ROMA – Sarà un Natale in tono minore, dicono i commercianti. Freddo, ma senza il temuto crollo, perché alla fine – un po´ perché si deve, un po´ perché si vuole – qualcosa si finisce per comperare. Questo dice la Confcommercio che prevede, in termini reali, una caduta dei consumi dell´1 – 1,5 per cento rispetto alle Feste dell´anno scorso. Previsioni non rosa, ma nemmeno catastrofiche che non convincono invece le associazioni dei consumatori. I negozianti dunque sperano nel rush finale, nelle tre settimane di dicembre che non riusciranno a salvare i bilanci, ma faranno sì che le perdite risultino contenute. Secondo le stime di Confcommercio gli italiani spenderanno circa otto miliardi delle loro tredicesime, l´1,1 per cento in più rispetto al 2007 che però, visto l´andamento dell´inflazione (2,5 – 3 per cento), si tradurranno in una flessione delle quantità acquistate. Reggeranno i "classici" come il cesto di Natale, la macchina per il caffè e i rasoi, le tivù a schermo piatto. Non subiranno crisi i regali di fascia molta alta, come i gioielli di costo elevato, o sostenuti da martellante pubblicità, come una certa tipologia di giocattoli. Incasseranno invece il colpo abbigliamento, libri ed elettrodomestici (a parte quelli "mini" dal prezzo non superiore ai 50 euro). Le telecomunicazioni – un tempo classico acquisto da tredicesima – venderanno ancora bene, ma solo nelle fasce di prezzo prezzi minori. Andranno bene gli Mp3 o gli iPod e le consolle per i videogiochi. Molto male, invece, piante e fiori. Gli italiani dunque cercheranno di risparmiare e di non spendere la tredicesima: per questo Confcommercio insiste sulla loro detassazione, almeno per i redditi più bassi. Sarebbe un modo per far ripartire l´economia, commenta, «uno shock per ridare denaro alle famiglie». Carlo Sangalli, leader dell´associazione, ci spera ancora e si augura che dal Consiglio dei ministri di domani possa uscire una sorpresa: «Tante partite si vincono nei minuti finali e noi questa partita vogliamo vincerla» ha detto. Sul rapporto freddo, ma non catastrofico di Confcommercio non è affatto d´accordo il Codacons: «Un calo dei consumi dell´1 per cento è un dato a nostro avviso non attinente alla realtà – ha detto il presidente Carlo Rienzi – poiché ciò vorrebbe dire che i cittadini non hanno affatto risentito della crisi economica in atto. La verità è che il Natale 2008 sarà uno dei più gelidi sotto il profilo dei consumi, con riduzioni degli acquisti del 5 per cento per gli alimenti, del 10 per i giocattoli, il 20 per i regali e l´abbigliamento. Se Confcommercio vuole salvare gli associati deve accettare la liberalizzazione dei saldi».