Site icon Codacons Lombardia

Assemblee, cortei, sit-in arriva l´onda anti-Gelmini

 Parte la mobilitazione anti-Gelmini sia all´Università che nel mondo della scuola. Si preannuncia una giornata calda, quella di lunedì prossimo: il ministro dell´Istruzione è annunciata come ospite d´onore a un convegno allo Steri. E gli studenti minacciano di accoglierla con un presidio davanti alla sede del rettorato. Il calendario della protesta sarà concordato oggi alle 9,30 in un´assemblea di ateneo alla facoltà di Ingegneria. I Cobas, intanto, lanciano per oggi una giornata di sciopero nelle scuole, mentre l´Unione degli studenti medi prepara tre giornate di occupazione per il 20, il 21 e il 22 novembre. All´Università i primi a mobilitarsi sono stati gli studenti di Lettere: per loro è già il quinto giorno di assemblea permanente. Oggi proporranno ai colleghi delle altre facoltà di organizzare lunedì un corteo che parta da viale delle Scienze e arrivi in piazza Marina. «Scenderemo in piazza a protestare anche se la Gelmini darà forfait, come sta facendo nelle altre città italiane dopo le prime contestazioni – annuncia Fabrizio Fasulo, rappresentante di uno dei gruppi di autogestione a Lettere – La trasformazione dell´università in fondazione privata, in una terra di speculazioni mafiose, non la vogliamo». Il clima si surriscalda ogni giorno che passa e spinge sindacati e movimenti – Andu, Cisal-Università, Cnu, Flc-Cgil, Snals-Università, Udu, Uil-Urafam – a unirsi per coinvolgere oggi all´assemblea di Ingegneria studenti, docenti, tecnici, amministrativi, il rettore uscente Giuseppe Silvestri e il successore Roberto Lagalla, che si insedierà il 1° novembre, e discutere insieme sulle ricadute del piano Gelmini sull´università. Oggi, dunque, in molte facoltà lezioni sospese per tre ore.  Una raccolta di firme dalla Lombardia alla Sicilia per chiedere le dimissioni del ministro alla Pubblica istruzione la annuncia il segretario nazionale del Codacons, il siciliano Francesco Tanasi. Tra gli studenti universitari, in prima fila a protestare c´è l´Udu: «Il decreto Gelmini sarà la causa del crollo degli atenei pubblici, in particolare al Sud, segnando la fine della formazione – dice il coordinatore palermitano Pasquale Di Pollina – Siamo convinti che l´università debba essere pubblica e l´insegnamento libero». Da giorni l´Unione degli universitari si oppone al provvedimento Tremonti-Gelmini, attraverso assemblee di facoltà e una capillare sensibilizzazione degli studenti, che contestano anche la recente legge, voluta dal ministro Renato Brunetta, che blocca la stabilizzazione dei ricercatori precari. Anche alcuni docenti di Lettere hanno proclamato, già da lunedì, lo stato d´agitazione, mentre a Scienze della formazione i professori hanno deciso di dedicare parte delle ore di insegnamento al dibattito sui provvedimenti del governo, per dire no ai tagli sui finanziamenti ordinari e a quelli per la ricerca, all´aumento dei corsi di laurea a numero chiuso, alla precarizzazione del lavoro universitario. «Siamo doppiamente colpiti – dice il preside Michele Cometa – non solo in quanto parte del sistema accademico ma anche perché la missione della nostra facoltà è la formazione degli insegnanti». Il Consiglio di facoltà ha indetto un´assemblea giovedì prossimo all´Albergo delle povere.

Exit mobile version