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Associazioni dei consumatori: “restituire potere d`acquisto alle famiglie“

LA corsa senza freni dell`inflazione si tradurrà alla fine dell`anno in una stangata tra i 1.500 e i 1.800 euro a famiglia e in un crollo dei consumi. A lanciare l`allarme, sono consumatori, associazioni agricole, commercianti e sindacati. “Gli aumenti record dei prezzi degli alimentari avranno ripercussioni fortissime sui consumi delle famiglie, che rischiano a fine anno di registrare una drastica riduzione fino al 5% – avverte il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – I rincari di questo passo determineranno a fine 2008 una maxi-stangata pari a circa 1.500 euro a famiglia“. Adusbef e Federconsumatori arrivano poi a prevedere un aggravio di oltre 1.800 euro: solo per il settore energetico, secondo le stime delle due associazioni, gli aumenti ammonteranno a 734 euro per costi diretti (luce, gas, riscaldamento e carburanti) e 546 euro per costi indiretti, per un totale di 1.280 euro. A questo, proseguono Adusbef e Federconsumatori, vanno aggiunti gli aumenti nel settore alimentare, calcolati, ad oggi, per 533 euro annui. “L`ammontare complessivo, solo per queste due voci di spesa – concludono – sarà pari a 1.813 euro, facendo attestare così il tasso di inflazione al 6,1%“. Chiedono pertanto di “restituire, anche attraverso strumenti fiscali, potere di acquisto alle famiglie a reddito fisso, con un incremento di almeno 1200 euro annui“. Ed è allarme anche per il potere di acquisto dei salari dei lavoratori che, secondo il segretario confederale della Cgil Agostino Megale, rischia di perdere circa 1.200 euro nei prossimi due anni. Ma secondo il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia “non si può ritornare ad agire sulla rincorsa tra prezzi e salari con una spirale già vissuta negli anni passati e che ha portato tanti danni“ e evidenzia che l`aumento dell`inflazione in Italia “non viene dall`interno, ma da fuori perchè determinato dalla crescita delle materie prime“ e che “le imprese sono le prime a pagare questi costi“. Anche Confesercenti parla di “allarme rosso“ e punta il dito sul caro-greggio: gli effetti più negativi “devono ancora arrivare“, afferma l`associazione, stimando che con un barile di greggio a 200 dollari entro il 2008 l`inflazione salirebbe di un punto. Dal canto suo l`Ufficio studi di Confcommercio sostiene poi che, senza una “consistente“ riduzione del prezzo del petrolio sui mercati internazionali, è sempre più realistica la possibilità che si chiuda il 2008 con un tasso medio annuo di inflazione più prossimo al 4% che al 3%. Intanto le associazioni agricole lanciano l`allarme per il crollo dei consumi sulle tavole dovuto al caro-prezzi. Nel primo semestre, secondo la Cia Confederazione italiana agricoltori, c`è da aspettarsi una flessione negli acquisti domestici di circa il 2%, con un calo addirittura del 6% per il pane. Anche la Coldiretti parla di riduzioni record nei primi tre mesi dell`anno per pane (-5,5%) e pasta (-2,5%) e prevede cali ancora più sensibili per gli altri prodotti “con inevitabili conseguenze anche sull`apertura della stagione dei saldi“. Inoltre il fatto che quasi la metà degli italiani (44%) non sia mai andata a cena fuori o al bar nel mese di giugno, come emerge da una indagine Axis, mette in evidenza secondo l`associazione agricola come anche le vacanze sono fortemente condizionate dall`aumento dei prezzi.

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