PESCARA. L’Abruzzo fa i conti con i peggiori edifici scolastici d’Italia, e lo fa mentre è ancora alta la commozione per la morte del giovane studente in provincia di Torino, ucciso dal crollo del controsoffitto della sua aula. Solo l’8,51 per cento delle scuole abruzzesi ha il certificato di agibilità statica, solo il 26,56 per cento ha il certificato di prevenzione incendi, solo il 10,28 ha quello sull’assenza di amianto. «La stessa situazione nel privato causerebbe la chiusura delle fabbriche, perché questa permissività nei confronti di strutture pubbliche?», chiede Aldo Cerulli, responsabile regionale di Cittadinanza attiva. «Negli edifici c’è una tale fatiscenza che se si va alla ricerca di porte antipanico, è facile non trovare nemmeno maniglie funzionanti», aggiunge Cerulli, che attraverso la sua associazione ha monitorato le scuole della Regione. I risultati, che si incrociano con quelli del rapporto di Legambiente, ci raccontano questo Abruzzo: scuole vecchie, senza manutenzione, troppo vicine a zone con un alto livello d’inquinamento elettromagnetico o industriale. Ogni quattro scuole solo una ha il certificato di prevenzione incendi; ogni tre ce n’è una che non ha la certificazione statica e igienica; un istituto su quattro non ha la porta antincendio; mentre la scala di sicurezza ce l’ha solo un edificio su tre. La maglia nera è il triste primato di Chieti, che da diversi anni addirittura non risponde al questionario. Pescara perde nel 2007 ben 26 punti e passa così al 67esimo posto (su 103 comuni capoluogo di provincia), Teramo scivola dal 50esimo al 60esimo posto, mentre L’Aquila sale la classifica fino alla decima posizione. I dati rispondono a 59 parametri di riferimento diversi, e vanno dalle condizioni strutturali, agli spazi verdi, alla qualità dei cibi nelle mense, fino all’esposizione al rischio sismico. «Dal terremoto del Molise, che provocò sei anni fa la tragedia della scuola di San Giuliano, in cui morirono 27 bambini e una maestra, le cose in Abruzzo sono rimaste praticamente invariate», afferma Paola Bonifaci (Cgil scuola), «allora furono molte le scuole del chietino a subire danni evidenti, ma di fatto sono state messe solo delle pezze, e sono state tutte riaperte, anche se quelle agibili sono meno della metà. Come pure sono certa – continua la Bonifaci – che molte scuole dell’aquilano non sono a norma antisismica». Qualche piccolo progresso si registra, ma è poca cosa: gli istituti che si sono dotati di porte antincendio sono circa il 74 per cento, quelli che hanno ottenuto l’agibilità statica e igienico sanitaria sono rispettivamente il 63,35 e il 62 per cento, la scala di sicurezza ce l’hanno meno della metà delle scuole, e sui casi sospetti di presenza di amianto si sta abbassando l’attenzione. «La situazione è allarmante» anche secondo Carlo Petracca, direttore dell’ufficio scolastico regionale, che afferma: «Il capo dell’istituto deve segnalare i rischi strutturali all’ente proprietario». «Bisogna fare di più» aggiunge il responsabile di Cittadinza attiva, «e tocca ai dirigenti degli istituti avere il coraggio di comunicare alla procura della Repubblica queste mancanze, quando province e comuni competenti non rispondono alle esigenze di messa in sicurezza», afferma Cerulli, che questa mattina ha inviato alla Asl di Chieti, e per conoscenza anche alla Procura, una richiesta di accertamenti su ipotesi di violazione nel chietino della legge in fatto di sicurezza scolastica. Nell’esposto si chiede «la riduzione del numero di alunni per classe nel rispetto della condizione minima di cubatura, necessaria per garantire l’igiene, evitare le malattie infettive (virus e batteri) e dei parassiti, oltre cheper la gestione delle emergenze e per l’evacuazione in caso di incendio». L’indice minimo di spazio per ogni alunno è di 1,80 mq (per materne, elementari e medie) e 1,96 mq (per le superiori). Scende in campo anche il Codacons, che ha deciso di «diffidare il ministro dell’Istruzione Gelmini a mettere in sicurezza le scuole», in modo che in caso di incidenti si possa far risalire al suo dicastero la responsabilità di eventuali inadempimenti.