È molto strano che i prezzi di beni di prima necessità, come i prodotti ortofrutticoli, siano, in Italia, così sensibili, non solo alle condizioni atmosferiche, ma anche alle stesse previsioni meteorologiche. Tutto questo può essere spiegato soltanto con l’esistenza di inefficienze e rendite di posizione all’interno del nostro sistema di distribuzione quando di vere e proprie speculazioni. È necessario, perciò, intervenire con urgenza per rimuovere tali inefficienze che permettono l’esistenza di nicchie speculative all’interno del mercato. In questa situazione è da considerare grave l’assenza di una politica di intervento seria e concreta da parte del Governo centrale e di molti governi regionali. L’Intesa dei Consumatori chiede ai responsabili pubblici che sia predisposto un piano di riforma del settore in modo da razionalizzare il settore della distribuzione eliminando i costi impropri per il consumatore. Nel frattempo è necessario che sia messo in campo ogni iniziativa di verifica e controllo delle Prefetture e dei Comuni attraverso i vari corpi ispettivi quali Vigili annonari, i Nas per denunciare per aggiotaggio chi imbroglia.. Le famiglie italiane ormai non ne possono più di una situazione in cui ogni elemento anomalo delle condizioni atmosferiche giustifichino aumenti sconsiderati dei prezzi, in aggiunta a quelli delle tariffe, dal gas alla nettezza urbana sino a quelle solite delle RC Auto. Per fortuna lo diciamo con amara ironia l’inflazione scende al 2.6%.
Sorge allora un quesito, già posto per la verità più volte.
Quando cioè l’Istituto centrale di statistica verificherà l’accuratezza e l’attendibilità dei dati relativi ai prezzi territoriali, quelli cioè che pesano sulle tasche delle famiglie e che qualcuno non vede o non vuole vedere? E quando la definizione da parte dell’ISTAT di panieri articolati e specifici per fasce sociali che fotografino l’inflazione reale delle famiglie?