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Base usa a vicenza, sì ai lavori

Il Consiglio di Stato ha respinto ieri il ricorso del Codacons contro la bocciatura che lo stesso Consiglio di Stato aveva emesso il 30 luglio, su ricorso del governo Berlusconi; a essere bocciata è la sospensiva dei lavori per la base Usa di Vicenza, sospensiva decretata dal Tar del Veneto il 20 giugno, su esposto in quella circostanza dello stesso Codacons più altri; Codacons che ieri si è detto “moderatamente soddisfatto“ della bocciatura; peraltro il commissario Paolo Costa ha già consegnato i lavori alla Setaf il 30 luglio. Ciò nonostante il Tar del Veneto, non della Svizzera, si pronuncerà nel merito (se sia il caso o no di costruire la nuova base) l`8 ottobre. Qualunque sia la sentenza, è ovvio che ci sarà un nuovo ricorso al Consiglio di Stato, del quale il Tar è giuridicamente il figlio più piccolo. Vi siete persi? Eppure abbiamo cercato di dire le cose nel modo più semplice. Il fatto è che un venticello che altrove definirebbero demenziale, aggroviglia i fili di questa ricostruzione, la rende inestricabili. Un venticello rinforzato dal comportamento degli organi giudiziari: nella sentenza del 30 luglio scorso, il Consiglio di Stato ha bocciato l`ordinanza di sospensiva dei lavori del Tar del Veneto sulla base di 5 argomenti che definiamo politici (primo esiste un accordo bilaterale Italia-Usa, secondo queste procedure esulano dalle leggi italiane, terzo il progetto è in regola, quarto gli accordi non prevedono consultazioni popolari, quinto nessun danno patirà l`ambiente) ma di un`unica motivazione giuridica: il potere politico è insindacabile da parte di un giudice amministrativo. Lo prevede, udite udite, un regio decreto del 26 giugno 1924. Rpt: 1924! Se c`è bisogno di aggrapparsi ad un machiavello giuridico del 1924, che precede la 25 anni la Costituzione tuttora vigente ma da molti dichiarata obsoleta, cosa vogliamo dirimere? Tant`è che i giudici romani si sono guardati bene dal compiere il passo successivo, come sarebbe stato logico: dichiarare incompetente a decidere il Tar. Il quale si appresta a entrare nel merito l`8 ottobre. E qui delle due l`una: o il Tar del Veneto capisce l`aria che tira e si adegua, mettendosi sottovento; oppure scatta una presa d`atto, proprio perché Tar del Veneto, delle motivazioni del territorio, più facilmente comprensibili a Venezia, esattamente come a Roma sono più comprensibili al Consiglio di Stato le motivazioni di Palazzo Chigi. Qui si spiega anche la “moderata soddisfazione“ di ieri del Codacons. Commenta da Roma il presidente Carlo Rienzi: “Pur considerando inammissibile la nostra istanza perché tutte le questioni prospettate sono risultate già esaminate dall`altra sezione, il Consiglio di Stato ha rettificato la prima decisione precisando che quanto affermato nell`ordinanza del 29 luglio non è vincolante per il Tar del Veneto che, quindi, il prossimo 8 ottobre ben potrà ritornando sull`argomento con la decisione finale di merito annullare le autorizzazioni concesse e disporre il blocco per la costruzione della base. C`è stata anche una rettifica in merito alla consultazione popolare: il Consiglio di Stato ha precisato che non è vietata ma prevista oltretutto da una direttiva europea che prescrive di acquisire l`opinione della popolazione“. Ma da Vicenza, ennesima opposizione, il sindaco Achille Variati non ringrazia: “Francamente l`ennesimo ricordo al Consiglio di Stato non era la nostra battaglia, al punto che non ci siamo costituiti in giudizio, in questosecondo round, così come non si è costituito il Comune di Padova. Per noi le date centrali sono due: l`8 ottobre, quando il Tar darà finalmente il suo giudizio di merito, e noi ci saremo per combattere fino in fondo sui temi che ci appartengono, come la tutela ambientale di un`area strategica dal punto di vista idrico. E soprattutto 3 giorni prima, il 5 ottobre, quando a prendere la parola saranno finalmente i cittadini di Vicenza“.

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