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Base Usa, il Consiglio di Stato dà ragione al governo

A poco più di un mese dal sì alla sospensiva decisa dal Tar del Veneto, il Consiglio di Stato rimescola le carte sul futuro della base Usa di Vicenza. Accogliendo il ricorso del Consiglio dei ministri e del ministero della Difesa, la nuova decisione ha di fatto capovolto la situazione delineata dal tribunale amministrativo regionale, ridando fiato alle ragioni dei fautori del raddoppio della base americana. La Ederle 2 ha tutte le ragioni per essere fatta, sottolinea il Consiglio di Stato, perché “il consenso prestato dal governo italiano all`ampliamento dell`insediamento militare americano nel`Aeroporto Dal Molin è un atto politico, come tale insindacabile dal giudice amministrativo“. Nulla da eccepire neppure sull`aspetto formale del consenso, poiché il nulla-osta della Difesa, spiega Palazzo Spada, “si inquadra nella procedura appositamente prevista per le attività a finanziamento diretto statunitense“. Il Tar Veneto, viceversa, accogliendo il ricorso di Codacons ed Ecoistituto Alex Langer, aveva rimarcato proprio la mancanza “di una traccia documentale di supporto“ all`accordo tra i due governi. La “bocciatura“ da parte della quarta sezione del Consiglio di Stato delle tesi dei giudici amministrativi riguarda anche altri aspetti della questione: il via libera all`ampliamento della base non può dipendere dall`esito della consultazione della popolazione interessata, e non risultano “riscontri concreti“ sui rischi di danno ambientale indicati nella ordinanza del tribunale veneto. Incassa il colpo e rilancia combattivo il sindaco Pd della città, Achille Variati, pronto ad affermare che “per Vicenza non cambia nulla“. Dunque, nessuna cancellazione della consultazione popolare prevista. “I cittadini si esprimeranno – ribadisce – la seconda domenica di ottobre“. E aggiunge: “credo che da oggi siano gli americani a trovarsi nella situazione più difficile – ripete – tra uno Stato che dice “Avanti tutta“ e una città, che li ha ospitati in amicizia, e che ora chiede soltanto di aspettare per permetterle di esprimersi“. Ad adombrare il sospetto che sulla decisione abbiano pesato considerazioni di natura politica è il Presidio No Dal Molin che, insieme ai comitati sorti contro la base. Quella del Consiglio di Stato, affermano, è “una sentenza che si nasconde dietro agli accordi segreti del 1954“. Dubbi anche dal Codacons, per il quale la decisione sembra “in ossequio evidentemente ai desideri di Berlusconi e del ministro La Russa“. Un plauso per la decisione, viceversa, arriva dal riconfermato commissario del governo, Paolo Costa, per il quale il pronunciamento del Consiglio di Stato “certifica evidentemente la legittimità delle procedure seguite“. Ancor più esplicita la soddisfazione del presidente del Veneto Giancarlo Galan: “Evviva quindi il Consiglio di Stato – dice e abbasso l`odioso fanatismo antiamericano“.

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