Nei prossimi giorni il Tar del Lazio esaminerà due ricorsi presentati dal Codacons avverso le nomine di Giancarlo Viglione (APAT) e Sergio Scicchitano (ANAS).
I motivi del ricorso si basano sulla mancanza dei requisiti professionali tecnici per i loro incarichi. La legge n. 14/1978 prevede infatti precisi requisiti di professionalità nel rispetto della funzione pubblica che si va a rivestire. Per di più i due nominati, prima che i ministri di riferimento (Pecoraro Scanio e Antonio Di Pietro) diventassero tali, come avvocati privati hanno più volte difeso i loro partiti.
Non risulta nemmeno che i due avvocati Scicchitano e Viglione abbiano rinunciato ai loro mandati professionali e ancora difendono soggetti privati anche in controversie che li oppongono ai ministeri che fanno parte del Governo.
Ma il colmo è che dopo aver saputo dell’intenzione del Codacons di impugnare al Tar la nomina a Direttore Generale dell’Apat dell’Avv. Viglione, il Ministro Pecoraro Scanio, per evitare la pronuncia negativa del Tar, lo ha nominato Commissario Straordinario dell’ente, dandogli funzioni anche più elevate (quello di Presidente e dell’intero Cda) facendolo decadere quindi dalla carica di direttore generale.
I cittadini sono stanchi di nomine fatte come faceva l’imperatore Caligola, solo a persone di sua fiducia ma senza una attenta istruttoria e un controllo dei requisiti tecnici e professionali, e chiedono al Presidente Romano Prodi di verificare che la qualità dei nominati sia effettiva e incontestabile.