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Benzina, i consumatori minacciano la class action

Il prezzo della benzina può, anzi deve, scendere: lo ha detto Claudio Scajola, ministro dello Sviluppo economico invitando le compagnie petrolifere a fare presto perché l`andamento del greggio lascia poco spazio ai dubbi. “Allo stato attuale del prezzo del petrolio, esistono i margini per un`ulteriore riduzione del prezzo al consumo per il carburante, compresa tra 0,8 e 1,8 centesimi al litro“ ha detto. Entro domani, promette, saranno diffusi i dati delle rilevazioni europee della settimana: “Verificheremo se la situazione sarà migliorata“. Le compagnie – ha precisato – dovrebbero utilizzare “maggiormente promozioni e sconti per andare incontro alle esigenze dei consumatori“. Qualcosa si fa – ieri per esempio l`Agip ha ridotto di 1,5 centesimi il prezzo del gasolio – ma che fra un pieno “italiano“ e un rifornimento in un altro paese europeo ci sia un notevole gap è ormai cosa nota. Lo documentano proprio i dati del ministero: dall`inizio dell`anno al 28 luglio il prezzo medio al consumo della benzina in Italia è aumentato dell`1,3 per cento (pari a circa 1,8 centesimi al litro) in più rispetto alla media dei 15 paesi dell`Unione. Inoltre, mentre tra il 14 e il 28 luglio in Europa la benzina è scesa mediamente di 5 centesimi al litro (con picchi in Germania di 9,4), da noi il prezzo medio al consumo della benzina è diminuito di 4,2 centesimi. “Con un differenziale a sfavore del nostro paese di 0,8 centesimi“ fa notare il ministero. Uno scalino da annullare, anche perché il prezzo del greggio – nonostante andamenti altalenanti – tende decisamente al ribasso. Ieri è sceso ai minimi degli ultimi tre mesi sfiorando i 117 dollari al barile. In Italia, poi il prezzo della benzina ondeggia a doppia velocità: si adegua in un lampo agli aumenti, ma quando si tratta di seguire i ridimensionamenti sul prezzo del greggio perde tempo e indugia nella speculazione. Secondo il sito Contribuenti. it (l`associazione dei contribuenti italiani) bastano due giorni per seguire un rialzo, ce ne vogliono 20 per adeguarsi ad un ribasso. Tempi che i consumatori non vogliono aspettare: il Codacons ha annunciato per gennaio una class action contro tale trattamento. “Nonostante una riduzione del barile del 18,2 per cento dall`11 luglio a oggi – spiegano – alla pompa il prezzo è diminuito del 4,2 appena. Ciò si traduce in un maggior esborso pari a 4 euro a pieno“. La class action contro le compagnie petrolifere avrà appunto per obiettivo quello di recuperare le somme pagate in più. Certo lo strumento è tutto da costruire, perché la manovra appena varata dal governo ha fatto scivolare l`applicazione dell`azione legale collettiva al prossimo gennaio. E c`è chi dubita che lo slittamento sia solo di qualche mese: “Contiamo sul fatto che non si facciano carognate“ commenta Carlo Rienzi, presidente del Codacons. Le carte, assicura, sono già pronte e l`ormai “tradizionale“ sciopero dei consumatori di settembre metterà in programma anche una “marcia di automobilisti“ a Roma. Ma la “doppia velocità“ non piace neanche alla Cgia di Mestre: “Mister Prezzi intervenga subito, la situazione non è accettabile“.

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