L’Unione Petrolifera che sembra avere la licenza di libero arbitrio sul mercato delle benzine, ha vantato nei giorni scorsi, con le dichiarazioni del dr. Pasquale De Vita, che cambia completamente lo scenario per gli automobilisti italiani, dato che in prospettiva c`e` la possibilità concreta che i prezzi di benzina e gasolio si allineino. La tendenza al livellamento e` in atto da tempo e una recente analisi condotta da un mensile sui prezzi medi alla pompa mostra che da gennaio 2004 a gennaio 2005 il gasolio e` aumentato di oltre il 16% contro un incremento del 6% della benzina. E che da ottobre, mentre la verde diminuiva del 4,5%, il diesel continuava la sua corsa mettendo a segno un rincaro superiore al 2%. Il risultato e` che la differenza di prezzo tra i due carburanti e` sempre piu` piccola e per questo sta diminuendo la convenienza delle vetture a gasolio, che da alcuni anni la fanno da padrone sul mercato, rendendole sempre meno appetibili. In particolare con alcune auto medio-piccole adesso non bastano nemmeno 20 mila chilometri all`anno per risparmiare e, se la tendenza dovesse proseguire anche nei prossimi mesi, potrebbero non bastarne nemmeno 30 mila. Storico record in Italia per le auto diesel che per la prima volta nella storia del mercato delle quattro ruote hanno superato quelle a benzina. Con una quota di penetrazione pari al 58,54% le vetture a gasolio hanno ottenuto il primato assoluto, dopo che nel corso del 2003 si erano avvicinate alla soglia della meta` del mercato ottenendo il 48,86%. Diesel `a tutto gas` anche in Europa dove le immatricolazioni hanno raggiunto il 51,9% del totale. Nel triennio 2002-2004 – indica l`associazione delle case estere Unrae – la quota delle vetture diesel vendute nel nostro paese e` cresciuta di poco meno del 15%, passando dal 43,74 al 58,54%. Non esiste alcuna motivazione logica,affinché l’allineamento del prezzo tra gasolio e benzina,segnalato dal presidente De Vita, avvenga verso l’alto, ossia il gasolio raggiunge il prezzo della benzina e non viceversa, cioè un allineamento che comporta un abbassamento della benzina verso il basso: tale manovra si chiama speculazione che continuando da troppi anni, deve essere indagata dal Parlamento ed essere arrestata.
Intesaconsumatori, a fronte della continua erosione del potere di acquisto delle famiglie, anche a causa del libero arbitrio di compagnie petrolifere che fanno strame delle regole del mercato, che deve obbligatoriamente determinare un abbattimento dei prezzi quando diminuisce sia la materia prima che la domanda (il consumo privato di benzine è diminuito) con un evidente rafforzamento dell’euro sul dollaro superiore al 30 per cento, torna a chiedere al Governo il varo di una commissione parlamentare d’inchiesta che verifichi livelli di speculazione allegramente effettuati sulla pelle degli automobilisti, dei consumatori e della competitività del Paese.
Inoltre il Governo,al di là di lettere senza capo né coda, perciò beffarde per i cittadini,che il ministro Marzano dice di aver inviato alle compagnie che hanno avuto l’unico effetto certo di determinare ulteriori aumenti delle benzine,ha il dovere di fissare regole certe, chiare e trasparenti sui prezzi dei carburanti che non possono essere oggetto del libero arbitrio dei petrolieri che fanno utili da capogiro rincarando allegramente e simultaneamente quando aumenta il prezzo del barile,dimenticando di diminuire per mesi, quando esistono condizioni di un abbassamento.
Governo e ministro, ma anche i timidi ed a volte ossequiosi partiti di opposizione, hanno l’obbligo di intervenire per risolvere alla radice una questione dirimente, prevedendo severissime sanzioni a carico della speculazione.