Abbiamo difeso anche in giudizio il bravissimo (nonché nostro amico) Beppe Grillo, quando al nord fu attaccato dalla Telecom in cause terribili e ingiuste e lui lo sa, e per questa ragione ci permettiamo di criticarlo.
Dal suo esilarante e bellissimo spettacolo si rischia di uscire con la rassegnazione, e i giovani finiscono per pensare che siccome in questo paese è tutto marcio, tanto vale fumarsi uno spinello e andare in pizzeria. Non sappiamo dove e a cosa ci porteranno i gruppi di amici di Beppe Grillo che stanno nascendo in tutta Italia e di cui lui va così fiero (?e anche noi); speriamo che portino a costruire una società migliore e non solo a demolire quella esistente.
Ma non è tutta qui la critica che ci permettiamo di muovere a Grillo. La sua impostazione culturale, rara e preziosa, di ritenere che tutto ciò che è dal basso va bene, lo porta spesso ad equivocare il “basso“ con il furbetto che del “basso“ si fa scudo. E l`invenzione del rapporto diretto attraverso il formidabile strumento di internet e del suo blog è eccezionale e non finiremo mai di ringraziarlo per questo. Ma attento Grillo a non fare confusione.
Facciamo un esempio concreto: la class action.
Dunque, nel corso del suo spettacolo viene diffuso un volantino di alcune associazioni escluse, nel ddl sulla class action, dalla possibilità di agire in giudizio, che verrebbe limitata solo alle associazioni iscritte ad un elenco tenuto dal ministero e dallo stesso ministero controllate. Orbene, ai giovani non basta dire che quella soluzione non è democratica, occorre spiegare cosa lo è.
Ad esempio: io e tre amici fondiamo un’associazione e la chiamiamo ?LAVATRICE ROSSA? e possiamo citare in giudizio le multinazionali per farle condannare a risarcimenti milionari; e se poi ci mettiamo d`accordo con queste multinazionali prima di arrivare alla sentenza? E se siamo finanziati dalla concorrenza? Almeno per le associazioni iscritte nell`elenco del Ministero è possibile sapere da chi sono finanziate andando a leggere il loro bilancio, e non è certo poco.
Allora, o si lascia l`iniziativa al mercato – come negli USA – ossia a qualsiasi studio legale, o se si deve scegliere chi può fare la class action occorre un criterio e la possibilità di controllare che non la si usi come metodo ricattatorio per i propri affari.
Ecco, forse Grillo questo non lo sa o la sua possente equipe non ha saputo spiegarglielo. Avevo chiesto di farmelo spiegare durante il suo spettacolo, ma lui ha dato la parola ai “politici“ che pure tanto aborre e getta nel cesso.
Ha fatto palare Di Pietro, ma non gli ha chiesto chi ha nominato nel CdA dell`ANAS appena investito del suo Dicastero. Ha fatto parlare Pecoraro Scanio, ma non gli ha chiesto cosa fa questo Ministro di concreto contro la riconversione della centrale a carbone di Civitavecchia, e cosa manda a dire all`avvocato del Governo di cui lui fa parte davanti alla Corte Costituzionale (dove noi del Codacons da soli pochi giorni or sono abbiamo difeso l`errore di quella centrale). E nemmeno gli ha chiesto chi ha nominato a gestire la nostra sicurezza nucleare a capo dell`APAT.
Ecco perchè purtroppo anche in Grillo a volte si sente puzza di strumentalizzazione e di appoggi occulti a questo o a quello…che proprio fa a botte con la democrazia dal basso!
Comunque, non posiamo che ringraziarlo per la mole di informazioni che fornisce a masse spesso ignare di cosa vivono tutti i giorni, ma non è escluso che faremo anche noi un blog, speriamo con il Partito dei Giovani, che lo controlli un pochino?.
Presidente Codacons
Carlo Rienzi