Dall’Intesa dei consumatori parte la prima causa dinanzi al Giudice di pace di Roma per danni da black out. Nel marasma generale di ipotesi, sospetti, accuse e difese vi è una sola certezza: il disagio generale patito dai cittadini, rimasti svariate ore (dalle poche del nord alle quasi 24 ore del sud) al buio totale, con tutte le conseguenze che ne derivano anche dal punto di vista economico.
Ed è così che moltissimi utenti hanno contattato l’Intesa dei consumatori per protestare contro questa situazione gravissima e segnalare i disagi patiti. Con una rabbia tale da sfociare, a Roma, in una prima causa dinanzi il Giudice di pace. Un cittadino romano, infatti, ha deciso di farsi assistere dagli avvocati dell’Intesa per chiedere il risarcimento al GRTN e alla società di distribuzione dell’energia elettrica romana di tutti i danni subiti (dal fatto di essere rimasto intrappolato nel cuore di Roma a causa della metro fuori uso, fino ai danni biologici da stress e panico). Ricordiamoci inoltre che l’utente paga l’energia elettrica, che non è certo un servizio gratuito.
Contestualmente l’Intesa chiederà al giudice di acquisire tutta la documentazione relativa ai primi 20 minuti di black out. Si tratta ? commenta l’Intesa ? di un’azione giudiziaria immediata proprio per evitare il gioco dello scaricabarile e il rischio di inqui
namento dei fatti.
Alla magistratura l’Intesa chiede poi di accertare la disponibilità reale di energia in Italia alle 3:20: alle associazioni dell’Intesa, infatti, risulta che alle 3:20 la disponibilità fosse superiore ai 6.000 mw. Solo la centrale del cuneese di Entracque pare disponesse di 1.200 mw, e addirittura il parco Enel di circa 4.500 mw. Considerando poi le disponibilità di Edison Sondel e di altre società probabilmente si poteva sopperire alla mancanza di energia elettrica. La magistratura quindi, sostiene l’Intesa, dovrà accertare perché non è stato dato l’ordine di attivazione utilizzando tali risorse.
E con un esposto alle Procure della Repubblica di Roma e Milano ADOC, ADUSBEF, CODACONS e FEDERCONSUMATORI hanno chiesto di sequestrare le interviste televisive trasmesse da alcuni tg nella prima mattinata di ieri in cui il Prof. Bollino avrebbe ammesso difficoltà nel ricollegamento di emergenza della rete che non sarebbe avvenuto nonostante i segnali a distanza fossero positivi. Affermazioni scomparse poi in tutte le successive edizioni dei tg. L’Intesa, alle medesime Procure, chiede anche di accertare se nella vicenda del black out siano configurabili reati contro persone, beni pubblici e beni privati e di sequestrare tutta la documentazione tecnica da parte del GRTN.
Il black out ha provocato un danno di almeno 20 euro a famiglia. Questa la stima dell’Intesa dei consumatori. Le famiglie italiane colpite dal distacco prolungato dell’energia elettrica, infatti, hanno dovuto buttare alimenti freschi e refrigerati come latte, yogurt, burro, ecc., prodotti che, come noto, non possono resistere oltre 6 ore in un frigorifero spento. Una spesa quindi non indifferente se si considera che almeno 15 milioni di famiglie hanno subito oltre 6 ore di black out. Un danno per le famiglie pari ad almeno 300 milioni di euro. Chi rimborserà agli italiani tale salasso?
L’Intesa, che si costituisce parte civile, annuncia che chiederà ai responsabili del black out, a nome dell’utenza, il risarcimento di questi 300 milioni di euro andati in fumo.
Senza contare il rischio, concludono le associazioni, che i commercianti che abbiano subito danni dal black out, si rivalgano sui consumatori, attraverso un ulteriore aumento dei prezzi al dettaglio.