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BOLLETTINO SULLA QUALITA’ DEI PROGRAMMI TV














Ieri sera finalmente la trasmissione per i consumatori della RAI ?Mi manda Raitre? ha reso un buon servizio ai cittadini. Infatti l’indagine, di ottima fattura ed ideazione, sulle truffe perpetrate con i numeri che iniziano per 899?.è servita per dare finalmente un avvertimento chiaro ai tanti ingenui in buona fede che cadono nella trappola di malfattori senza scrupoli che truffano chi ha bisogno di un lavoro. Il CODACONS intanto diffiderà tutti i gestori di telefonia e invita gli utenti che hanno subito truffe a rivolgersi al’associazione per chiedere i danni non solo ai truffatori ma anche alle società telefoniche per omesso o insufficiente controllo. E se non avesse sopperito la RAI alle carenze dell’Autorità delle TLC , che ancora non riesce a costringere tutti i gestori a rendere possibile la disabilitazione di tali numeri, forse nei prossimi mesi avremmo avuto uno o più casi Wanna Marchi grazie?al 899?!!

Giuridicamente errato invece il servizio di ieri sulla donna, lavoratrice autonoma, madre di una creatura nata prematuramente, cui la legge fino ad aprile scorso non consentiva alcuna tutela. Quando la legge è sbagliata, infatti, i consulenti giuridici della trasmissione (non troppo preparati, sembra?) dovrebbero ricordare che esiste un Giudice che può riconoscere comunque il diritto violato. Infatti, se la signora chiedesse quanto le spetta al Giudice del lavoro sarebbe estremamente probabile che questi rimetta la nuova legge alla Corte Costituzionale per farla dichiarare illegittima nella misura in cui non è applicabile anche ai casi pregressi. Far pensare ai cittadini che la legge sbagliata non ha rimedi e che bisogna subirla, è un messaggio sbagliato, pericoloso e dannoso.

Ma la utilità della puntata di ieri non ha cancellato la ?bufala? servita ai telespettatori nella puntata precedente. E’ vero che il CODACONS è maestro nell’inventare ?bufale? ? come onorandoci ha ricordato anche L’Espresso in un suo servizio a noi dedicato ? ma stavolta dobbiamo ammettere che chiunque (tranne gli autori di ?Mi manda Raitre? ) si sarebbero accorti subito che la ?capellona? milanese (e ancor più il suo ineffabile fidanzato pronto a mandare a monte il matrimonio per i ?colpi di sole? non riusciti) era una vera ?bufala?. Indizi: aveva taciuto sull’incontro precedente con il parrucchiere, aveva riacquistato in poche settimane il colore che voleva, aveva mandato subito una lettera di un avvocato al parrucchiere nonostante questo le avesse offerto di rifarle la sua orribile tinta?ecc.ecc. Nonostante tutto, però, la puntata è stata divertente e avvincente, se non altro perché tutti i consumatori facevano il tifo per il tagliacapelli, un po’ disgustati da quel metro e dieci di coda (conati di vomito all’idea delle difficoltà di congiunzione carnale con quella coda?o del giorno in cui salterà lo shampoo?!!), un po’ divertiti dal flop imprevisto del caso in trasmissione grazie anche al simpatico Michelle, parrucchiere anche lui, e ai tentativi disperati di Piero Marrazzo di sistemare il crac facendo dire a tutti i costi all’ ?esperto? in taglio e messa in piega quel che voleva lui. Meglio avrebbe fatto Marrazzo (e in questo dovrebbe avere una prontezza più ?americana??) a prendere la palla al balzo e concludere che ??per una volta il consumatore aveva torto?? non sarebbe stato bello? E non sarebbe giusto che una trasmissione così avesse il coraggio anche talvolta di dare torto al consumatore che vuole fare il furbo per andare in TV o papparsi un risarcimento con il ricatto della platea TV? Onore , quindi ai parrucchieri milanesi, che hanno affrontato la platea e hanno vinto. Resta il dubbio di chi scelga i testi e gli ospiti della trasmissione (forse una puntata a settimana è troppo?e non consente il necessario vaglio dei casi?) , così come dei consulenti giuridici e consumeristici, che, anche stavolta, hanno sbagliato tutto. Infatti, il taglio di capelli non è, nel nostro ordinamento giuridico, una prestazione di risultato (come tentava disperatamente di far dire a Michèlle il bravo conduttore) ma ?di mezzi?. Ossia se io vado da un artigiano o artista del capello e chiedo un servizio devo affidarmi in gran parte a lui e al suo estro personale. Nessun professionista, avvocato, architetto, pittore, scultore, accetterebbe (e il nostro codice lo esclude) di essere paragonato ad un venditore di patate a chili, e quindi in caso di non gradimento da parte del cliente del risultato raggiunto, nessun risarcimento è dovuto (salvo ovviamente ? ma siamo fuori dal caso della trasmissione – per la modifica errata e strutturale irreversibile, e dovuta a colpa non lieve ed imperizia grave, della capigliatura) , tanto meno nel caso della ?capellona?, che probabilmente resterà zitella proprio per la lunghezza eccessiva dei capelli?e non certo per i colpi di sole falliti?



L’Osservatorio per la qualità dei programmi tv del Codacons si è attivato anche sul caso Benigni, ricevendo le proteste di molti telespettatori delusi dall’esibizione del comico toscano. Il CODACONS punta il dito in particolare sull’altissimo compenso ricevuto da Benigni per poco più di 20 minuti di esibizione, e non esclude un ricorso alla Corte dei Conti.

Monologo lento e ripetitivo, noioso a tratti (oltre che plagiato da altre antiche gags sul giudizio universale) e anche disturbato dalla presenza di Baudo e delle due vallette che ben potevano comparire solo al momento della gag dell’intrusione sotto il vestito della Arcuri. Fuori posto la canzone sull’amore (ma chi ne è l’autore che ha incassato i diritti SIAE per un testo così noioso?) e tutto il resto di tiritera sull’amore , excusatio non petita per annunciare il proprio arruolamento nelle truppe del Polo delle libertà.

Le critiche del CODACONS trovano il riscontro di altri soggetti politici e non, come il Sottosegretario per i beni culturali Vittorio Sgarbi, il quotidiano ?L’Osservatore Romano? e il deputato Oliviero Diliberto.

Per quel che concerne le presunte volgarità che hanno caratterizzato il Festival di Sanremo il Codacons precisa che l’esposto presentato alla Procura della Repubblica di Venezia rappresenta un’iniziativa personale del Presidente Codacons Venezia Mario D’Elia, ma non rispecchia la posizione ufficiale dell’associazione.





L’osservatorio per la qualità dei programmi tv è curato dal Dott. Antonio Tamburrano, specializzato in diritto antitrust e delle comunicazioni, nonché componente esperto del CNCU (Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti) del tavolo permanete sulla qualità dei programmi Rai, della Commissione per l’assetto del sistema radiotelevisivo del Ministero delle Comunicazioni e delegato al tavolo di confronto Tele+/ Utenti.



Principali pubblicazioni:



– 1997 Multiculturalità e diritto. I “Principles“ di Unidroit: verso uno “ius comune“ del 2000
Fondazione Rui – UNIV- Italia – human progress and human rights- Bologna 7/2/97


-1998 I diritti dell’uomo nel diritto internazionale
Fondazione Rui ? UNIV ?Italia ? human progress and human rights – Bologna 7/2/98


– 2001 La distribuzione dell`era internet
Informatica Giuridica 2001 ? Editrice Simone –

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