I risparmiatori passano al contrattacco. Di fronte all’impossibilità di vedere rimborsati i soldi che 450.000 famiglie hanno investito in titoli argentini, il Codacons ha organizzato una clamorosa iniziativa in tutta Italia per indurre lo Stato argentino a rimborsare i 14 miliardi di euro investiti dagli italiani: il BOICOTTAGGIO DEI PRODOTTI ARGENTINI.
Come noto il paese sudamericano esporta in Italia numerosi prodotti di vario genere, acquistati dai consumatori spesso inconsapevolmente. Questi prodotti, e non quindi le marche che li distribuiscono nel nostro paese, sono oggetto del boicottaggio del Codacons, che invita i consumatori a non acquistarli dirottando le proprie scelte su beni analoghi ma di diversa provenienza. Stessa richiesta è stata fatta agli importatori, invitandoli a scegliere fornitori di paesi diversi dall’Argentina.
Così facendo sarà possibile lanciare un segnale forte al governo argentino e far capire che i risparmiatori sono stanchi delle promesse di rimborso non mantenute, e che dopo anni di trattative che non hanno portato a nulla ora vogliono fatti concreti.
Il boicottaggio verrà effettuato in tutte le città d’Italia e coinvolgerà anche i paesi dell’Unione Europea. Il Codacons ha infatti contattato le principali associazioni di consumatori dell’Ue per adottare iniziative simili.
Tra i prodotti argentini commercializzati in Italia da alcune aziende e oggetto del boicottaggio (la lista completa sul sito www.codacons.it – cliccka qui – file .rtf dim. 130 Kb) troviamo ad esempio:
- miele
- carne
- pesce
- vini bianchi e rossi
- cotone
- pop corn
- frutta varia
- farine
- formaggio
- fagioli
- arachidi
- pelli
- olio di semi
Oggetto del boicottaggio sono poi le compagnie aeree argentine operanti in Italia, numerosi tour operators, ristoranti argentini, scuole di tango e numerosi artisti (cantanti, ballerini, pittori) di nazionalità argentina operanti in Italia.
Ovviamente, fa sapere il Codacons, l’iniziativa non è finalizzata a colpire le singole marche o i singoli soggetti, ma la generalità dei prodotti argentini commercializzati in Italia. Proprio per questo l’invito ai consumatori è soprattutto quello di controllare le etichette dei prodotti venduti nei vari supermercati per accertare l’origine dei beni.
Sempre sul piano del risparmio, annunciata oggi la presentazione di un ricorso al Tar del Lazio in cui LISTA CONSUMATORI, CODACONS e Associazione Utenti bancari chiedono la sospensione del provvedimento di nomina di Bondi quale commissario della Parmalat, per incompatibilità.
Si legge nel ricorso: ?l’art. 28 del R.D. 16/3/1942, n. 267, vieta la nomina a curatore fallimentare di ?chi ha prestato comunque la sua attività professionale a favore del fallito o in qualsiasi modo si è ingerito nell’impresa del medesimo durante i due anni anteriori alla dichiarazione di fallimento?. E tale è sicuramente la posizione rivestita dal dott. Bondi, il quale è stato dapprima officiato dal precedente amministratore, Cav. Tanzi, quale consulente professionale di Parmalat S.p.A. e, quindi, cooptato (in data 16 dicembre 2003) nel Consiglio di Amministrazione della Società per diventarne legale rappresentante. In linea di principio (prospettiva nella quale debbono essere inquadrate tutte le questioni in materia di incompatibilità) non è consentito nominare, quindi, commissario straordinario la stessa persona fisica, che in astratto sarebbe legittimata passiva delle varie azioni di responsabilità previste dalla normativa generale e da quella di settore.?
In riferimento a Bondi si legge ancora nel ricorso: ?dopo l’iniziale designazione a consulente professionale della Parmalat S.p.A. ad iniziativa dello stesso Cav. Tanzi, il 16 dicembre u.s., sempre secondo notizie di stampa non smentite, viene cooptato nel Consiglio di Amministrazione di Parmalat S.p.A. su imposizione di un gruppo di Banche, che concede ulteriore finanziamento per il rimborso di bonds quale specifica contropartita di tale finanziamento, e ? previe dimissioni del Cav. Tanzi dalla carica di Presidente ed amministratore delegato – viene nominato legale rappresentante della società. Si tratta, quindi, di persona che appare o come soggetto di fiducia dei precedenti azionisti (e cioè del ragionier Tanzi, perché da quest’ultimo direttamente officiato) ovvero, più verosimilmente, fiduciario del sistema bancario e, come tale, imposto agli azionisti dalle banche. Poiché quest’ultimo sembra essere, a ben vedere, il ruolo effettivamente demandato al dott. Bondi non vi è dubbio che egli si atteggi come garante di una particolare categoria di creditori coinvolti nel caso Parmalat e segnatamente di alcune banche italiane (tra di esse Banca di Roma, Banca Intesa, Banca Popolare di Lodi, Banca San Paolo IMI) portatrici di interessi non necessariamente coincidenti con quelli della procedura ed anzi confliggenti tanto con questi ultimi quanto con la posizione dei risparmiatori danneggiati. [?] L’art. 6 del D. L. 347/2003, nel consentire in via di principio le azioni revocatorie, ne subordina l’ammissibilità alla loro funzionalità al raggiungimento degli obbiettivi del programma di risanamento. Ed è facile concludere che il dott. Bondi, avendo attinto e continuato ad attingere al credito bancario (e per giunta presso le stesse banche contro le quali avrebbe dovuto esperire le azioni revocatorie), non è assolutamente nelle condizioni di fatto e di diritto per poter promuovere tali azioni.?
Clamorosi infine i dati emersi da un sondaggio effettuato dall’Ispo del Prof. Mannheimer e presentati oggi a Roma, riferito alla propensione al voto degli italiani alle prossime elezioni europee e alla fiducia che i cittadini ripongono nei partiti politici e nelle associazioni dei consumatori.
Così è emerso che il 60% del campione ripone fiducia nelle associazioni dei consumatori, contro un 18% di intervistati che la ripone nei partiti politici. I temi si cui il campione vorrebbe un intervento deciso delle associazioni è quello del caro prezzi (35%) seguito dalla sicurezza alimentare (34%).
Riguardo invece la propensione al voto degli intervistati alle prossime elezioni europee, ben il 36% considererebbe il proprio voto a una lista dei consumatori presentata dal Codacons (il 45% dei laureati, il 43% dei lavoratori dipendenti, il 42% degli operai).
Secondo il, campione analizzato, la Lista consumatori del Codacons prenderà voti dagli elettori del centro-destra per il 21% degli intervistati, mentre per il 34% i voti verranno da centro-sinistra.
Sulla base di questo sondaggio, quindi, la neo-nata Lista consumatori, movimento politico creato dal Codacons che si presenterà alle prossime elezioni europee, riuscirà a portare 4 parlamentari a Strasburgo.