?I detentori di titoli del debito argentino in default che non aderiranno al concambio proposto dal governo di Buenos Aires resteranno con pezzi di carta senza valore in mano?. Lo ha dichiarato oggi l`ambasciatore argentino a Roma, Victorio Taccetti. In una intervista all`emittente argentina `Radio 10`, Taccetti ha aggiunto: “Suppongo che (quando si chiuderà lo swap) i detentori di bond chiederanno spiegazioni a Nicola Stock (copresidente del Gcab) perché, avendo seguito i suoi suggerimenti di non aderire al concambio, resteranno con pezzi di carta senza valore?.
Con quale diritto il signor ambasciatore della Repubblica Argentina Taccetti, si permette di terrorizzare i risparmiatori italiani, che qualora non dovessero aderire ad un’offerta capestro, che prevede di restituire il 30 per cento a partire dal 2025, si ritroveranno con pezzi di carta in mano? La misura è colma. Il Governo italiano deve intervenire per ricordare a Taccetti ed all’Argentina che il diritto internazionale non può essere piegato all’arroganza di uno Stato, che vuole fare carta straccia dei diritti: anche dopo il concambio, lo stato argentino resta obbligato a rimborsare gli obbligazionisti.
I risparmiatori italiani, che hanno avuto grande pazienza con l’Argentina e con i disagi del popolo argentino evitando una guerra tra poveri, esprimeranno la loro indignazione verso un’offerta capestro, truffaldina di diritti e regole, dando filo da torcere anche al Governo italiano, che mentre ha scelto di difendere i privilegi del Governatore della Banca d’Italia, ha voltato le spalle ad 1.000.000 di risparmiatori traditi, compresi 450.000 obbligazionisti dei bond carioca.
La riapertura del concambio oltre il 25 febbraio 2005, ventilata oggi dalla stampa argentina, in particolare da un servizio intitolato: ?Concambio: Kirchner ha detto che si chiude venerdì, ma si parla di proroga?, sostenendo che non sarebbe una indicazione di debolezza, ma semplicemente la volontà di evitare che nell`accumularsi di adesioni degli ultimi giorni non sorgano problemi tecnici ed impedimenti, è un’ammissione del fallimento di un’offerta truffa che non trova adesione dei risparmiatori.
Tale ventilata idea di prorogare lo swap, che non sarebbe quella di dimostrare di voler cercare una adesione maggiore, ma di dare una ultima opportunità ai piccoli risparmiatori che non avessero ancora aderito, non rappresenta un’ulteriore chance ai bondholders, ma il cappio ed il ramo al quale impiccarsi, che onestamente i consumatori italiani rispediscono al mittente, auspicando che l’offerta truffa possa mettere al bando l’Argentina dalla comunità finanziaria internazionale.
L’arroganza mai vista ed inusitata del Governo argentino, che vuole scaricare sulla povera gente il fallimento economico frutto di una finanza allegra e di un accumulo di capitali senza precedenti, deve essere sconfitta anche dal silente Fondo Monetario Internazionale, che non può accettare adesioni del 75 per cento, come ha affermato il direttore del fondo.