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BOND ARGENTINA: IL CONSIGLIO DI STATO ?BACCHETTA? LA CONSOB






Clamorosa ordinanza del CdS (VI sezione, Pres. Varrone, Rel. Montedoro) sul ricorso del Codacons relativo alla transazione sui tango-bond, con la quale ? pur respingendo la richiesta di sospensiva ? il CdS dà precise informazioni agli organi di vigilanza che riaprono le speranze per i 450.000 risparmiatori coinvolti nella vicenda.

I giudici infatti sostengono che lo scambio è già avvenuto e il provvedimento impugnato, quindi, completamente eseguito.

Il CdS però fa, nella sua ordinanza, una previsione di accoglimento del ricorso di merito da parte del Tar, ritenendolo fondato. Infatti sostiene che all’esito del giudizio di merito i risparmiatori, ottenendo l’annullamento delle clausole vessatorie, potranno proporre azioni risarcitorie nei confronti dei beni dello Stato Argentino, ritenendo, sostanzialmente, che le clausole vessatorie contenute nel prospetto (tra le quali quella che ha costretto gli aderenti a rinunciare alla possibilità di far causa allo Stato Argentino) sono illegittime
Sulla base di tale pronuncia il Codacons oggi ha notificato, in base alla legge 241/90, una diffida al Presidente Consob Cardia perché riesamini il provvedimento di autorizzazione alla pubblicazione del prospetto e la revochi in quanto tale prospetto risulta pieno di clausole vietate dal nostro ordinamento.

Il CdS, inoltre, ha rilevato che la Consob ? ma questo era ovvio e non richiesto nel ricorso ? non può entrare nel merito della entità esigua dell’offerta di concambio, perché si tratta questa di una decisione politica di uno stato sovrano che esula dai compiti dell’ente.

Ora Cardia ? conclude l’associazione – ha 30 giorni di tempo per provvedere alla diffida del Codacons che dovrebbe comportare la revoca dell’autorizzazione al prospetto argentino e l’obbligo di presentarne uno nuovo senza clausole illecite con la conseguente riapertura dei termini di adesione.

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