Site icon Codacons Lombardia

BOND ARGENTINI: RAFFICA DI DENUNCE DELL’INTESA DEI CONSUMATORI







Per contrastare la reticenza di Bankitalia e Consob che continuano a sorvolare su talune modalità truffaldine delle banche nella vendita dei titoli argentini a migliaia di risparmiatori, proposti come operazioni prive di rischio, senza che le autorità si degnassero di fornire i tabulati di carico dei bond che l’Intesa dei Consumatori aveva richiesto, per poter verificare con trasparenza se gli istituti di credito li avessero nel proprio portafogli titoli, salvo scaricarli quando la situazione economica dell’Argentina fosse oramai compromessa, le associazioni dell’Intesa hanno redatto esposti-denunce penali, che verranno capillarmente presentati alle Procure della Repubblica di mezza Italia.

La Banca d’Italia, alla stessa stregua dell’operazione truffaldina dei titoli Cirio piazzati a migliaia di risparmiatori per scaricare su di essi i rischi degli incauti affidamenti ad un finanziere d’assalto, abusando della pazienza dei risparmiatori, continua ostinatamente a difendere l’operato delle banche, che avrebbero agito con correttezza, senza neppure peritarsi di mettere all’ordine del giorno della riunione odierna con i banchieri, con l’Abi ed il Capo della Vigilanza, la questione del risparmio tradito e saccheggiato, per precise responsabilità degli istituti di credito.

L’Intesa dei Consumatori, che ha raccolto migliaia di deleghe di risparmiatori ai quali le banche hanno consigliato i titoli argentini omettendo di informarli compiutamente sulla rischiosità dell’investimento e sull’altissimo profilo di rischio come contemplato dalla normativa Consob, dopo aver presentato atti di citazione nei Tribunali Civili ed intavolato una trattativa con il governo argentino, ha deciso di presentare una raffica di denunce penali per tentare di scalfire l’omertà e la reticenza della Banca d’Italia, che continua ostinatamente a sbeffeggiare i risparmiatori.

Adoc, Adusbef, Codacons, Federconsumatori, le associazioni facenti parte dell’Intesa, ricordano che sono oltre 450.000 i risparmiatori disperati coinvolti con i titoli argentini, per un controvalore di 14,5 miliardi di euro, ossia quasi il 25 per cento dello stock del debito argentino, contro il 50 per cento detenuto dagli argentini ed il restante 25 in mano al resto del mondo; che il debito argentino è congelato da quasi due anni (dicembre 2001); che le mancate cedole non incassate in Italia sono pari a circa 2,7 miliardi di euro; che a moltissimi cittadini (pensionati-e,casalinghe,operai,ecc.) le banche hanno consigliato di investire in titoli argentini l’intero risparmio di una vita o l’intera liquidazione.





Exit mobile version