Da ieri mattina sono attivi i tornelli a Palazzo Chigi. Dirigenti, funzionari e impiegati dovranno utilizzare l’apposito badge per aprire le porte di vetro, sul modello di quelle utilizzate nelle stazioni delle metropolitane, poste all’ingresso principale del Palazzo. «Abbiamo vinto – ha affermato il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, che ha inaugurato i nuovi varchi -. Non era mai successo nella storia di Palazzo Chigi che ci fossero i controlli in entrata e in uscita per i dipendenti». Per il ministro si tratta di uno strumento che «servirà a garantire più produttività, più presenza e soprattutto più servizi ai cittadini». Nei giorni scorsi, dopo l’annuncio dell’installazione dei tornelli, il premier Silvio Berlusconi aveva reagito con una battuta: «Poveri bar, saranno disperati», aveva scherzato il primo ministro. «Se ne faranno una ragione, lavoreranno tanto lo stesso», ha replicato ieri Brunetta. Continua la battaglia del ministro contro l’assenteismo dei dipendenti pubblici. In tre mesi, le assenze per causa di malattia si sono «ridotte del 50%», e questo significa, su base annua, poter contare su una forza lavoro di 60mila persone in più, spiega lo stesso Brunetta, sostenendo la sua azione di riforma del settore pubblico. Ad oggi, «gran parte» del divario di crescita con gli altri Paesi «è dovuto proprio alla bassa produttività del settore pubblico», ha sottolineato ancora il ministro, rilevando che, nonostante dinamiche salariali doppie rispetto al privato, nel suo complesso ha la «metà della produttività del privato». Negli ultimi mesi il calo delle assenze per malattia è andato via via aumentando, passando dal 22% circa registrato a giugno, al 37,1% di luglio sino al 44,4% di agosto e al 44,6% di settembre, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Non a tutti, però, la linea Brunetta piace, e in migliaia si preparano a un ricorso collettivo contro le stesse norme. «Mentre il ministro sbandiera numeri, il popolo dei fannulloni operosi è in continua crescita», ha riferito il Codacons, che sostiene il ricorso. Ma Brunetta va avanti per la sua strada e propone altre novità: la riconquista di efficienza e produttività deve passare anche attraverso una formazione migliore. In questo contesto, si inserisce un progetto di mobilità formativa nella Pa: i dipendenti pubblici, come gli studenti universitari, dovrebbero partecipare ad «Erasmus di massa», ha annunciato Brunetta. La riforma dovrebbe prevedere che «ciascun dirigente a ogni passaggio di carriera debba fare almeno sei mesi all’estero. Così, nell’arco di 5-10 anni, non solo si impareranno le lingue – ha sottolineato Brunetta – ma si creerà anche un network di esperienze con i colleghi delle pubbliche amministrazioni degli altri Paesi».