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Calano in ottobre gli ordinativi delle aziende che lavorano su commessa (-2,8%).

Si consuma sempre meno. Il che corrisponde ad una crescente difficoltà economica delle famiglie e quindi ad una minore disponibilità agli acquisti. Dopo una pesante riduzione ad agosto, anche a settembre l’indicatore dei consumi della Confcommercio ha fatto registrare una flessione dello 0,4 per cento, in termini di quantità acquistate, segnando così il settimo segno meno consecutivo da marzo 2008. Nel complesso dei primi nove mesi del 2008, l’indice mostra una riduzione dell’1,9 per cento. A fronte di un incremento dell’1,1 per cento registrato nel 2007. Anche il futuro non si presenta migliore, secondo la Confcommercio. Si registra una sensibile riduzione in ottobre degli ordinativi delle aziende che lavorano su commessa pari al -2,8 per cento. Sotto il profilo delle quantità, il dato di settembre rileva, sempre secondo la Confcommercio, «una tendenza negativa della domanda per quasi tutti i beni e servizi, con uniche eccezioni per le comunicazioni, e, in misura più contenuta, i beni e servizi per la cura della persona». Ci sono settori che denotano una contrazione delle vendite ancora maggiore del dato generale. I divertimenti fanno segnare una evoluzione negativa con una flessione a settembre del 4,6 per cento rispetto all’analogo mese dello scorso anno. Tutte le spese per la mobilità si sono ridotte a settembre del 4 per cento, gli acquisti per abbigliamento e calzature si sono ridotte ad agosto del 5,7 per cento. La Confcommercio sottolinea anche «il permanere di tensioni sul fronte degli alimentari». Le scelte degli italiani risultano chiare, analizzando il cambiamento dei consumi. Ad esempio, si sceglie il motorino per spostarsi: «Al permanere di una situazione fortemente critica per gli acquisti di autovetture da parte delle persone fisiche, si rileva un miglioramento sul versante dei motocicli».  Secondo il Codacons, l’associazione in difesa dei consumatori, ora "giù i prezzi". «I commercianti» si legge in una nota «non hanno puiù scuse e devono abbassare i prezzi del 20 per cento».  La recessione in atto, sostiene sempre il Codacons, è evidenziata dal calo dei consumi nel settore alimentare (-2,5%) «perchè nonostante il calo delle quantità vendute i prezzi aumentano». E quindi l’associazione dei consumatori suggerisce: «una riduzione generalizzata dei prezzi, unico modo per rilanciare i consumi ed evitare la stagflazione in atto». In questa situazione nulla è allo studio del governo per sostenere il mercato interno. Stabilità finanziaria e saldi della finanziaria sono, stando al sottosegretario all’economia Giuseppe Vegas, «i problemi prioritati da affrontare».

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