Una recente inchiesta de ?Il Mattino di Napoli?, ha accertato che su 1,4 milioni di famiglie povere, solo 20.000 usufruiscono dello sconto del 50 per cento sul canone telefonico, stabilito da una delibera dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni sulla questione delle ?fasce sociali? e che su 1,2 milioni di pensionati al minimo,aventi diritto alle previste maggiorazioni,soltanto 400.000 hanno avuto effettivo accesso.
Analoghe agevolazioni,per le fasce sociali più indigenti,la cui condizione economica equivalente dal certificato ISEE (Indicatore Situazione Economica Equivalente) non deve superare 13 milioni di lire (6.713,93 Euro), sono state previste per altri servizi essenziali come luce e gas,ma il ritardo dei Comuni e quelli dell’Autorità per l’Energia ed il Gas,non consentono di usufruire di tali sconti che,sempre secondo ?Il Mattino? sono quantificati,tutti insieme in 1 milione di lire (516 Euro) l’anno.
Su 222 miliardi di vecchie lire disponibili per il canone Telecom ridotto del 50 per cento (lo sconto è di 158.400 lire l’anno pro-capite) secondo lo stato di povertà delle famiglie,meno di 3 miliardi si trova in fasce agevolate,nonostante la Telecom stessa abbia informato gli utenti di questa possibilità che era stata resa disponibile dal dicembre scorso,mentre un terzo dei pensionati sociali (400.000 su 1,2 milioni) ancora non ha fatto domanda per accedere alle maggiorazioni.
Poiché è semplicemente impensabile che le famiglie più povere, che tirano maggiormente la cinghia per far quadrare il magro bilancio di fine mese,rinuncino a tali benefici per emulare il noto ?Tafazzi? (quel personaggio che si tirava le martellate sulle parti più intime), allora deve essere il combinato disposto burocrazia-disinformazione a non consentire di accedere a diritti scritti sulla carta,probabilmente o con lo scopo di disapplicarli o per rendere difficile la loro applicazione.
Poiché il Governo è in grado di conoscere,tramite le numerose banche dati disponibili, le condizioni sociali dei cittadini,per rendere accessibili i diritti non deve essere richiesta alcuna documentazione (ai cittadini più poveri) già in possesso delle pubbliche amministrazioni,ma soltanto una semplice autocertificazione.
L’Intesa dei consumatori, grati al quotidiano ?Il Mattino? per l’inchiesta sui poveri, si batterà per un accesso automatico ad un diritto, che spesso non viene esercitato anche per non essere umiliati da una condizione di indigenza che non viene rivendicata,ma che spesso viene nascosta da cittadini che vivono tale condizione con dignità.
Carlo Pileri |
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