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Canone Rai in bolletta per fermare l’evasione?

Roma.  Nei prossimi giorni il sottosegretario alle Comunicazioni, Romani, deciderà sul canone Rai per il 2009: se ci sarà un aumento sarà di 1 euro e 53 centesimi per un totale di 107,5 euro. Ma sulla decisione pesa ancora l’interpretazione esatta dell’Art. 3 del decreto anti crisi che parla di blocco delle tariffe anche se probabilmente, trattandosi di una tassa di possesso, il canone non rientrerà in questo contesto. Il ministero dello Sviluppo economico ha chiesto delucidazioni al ministero dell’Economia sull’art. 3 del decreto che parla appunto di blocco delle tariffe per capire se il canone Rai rientri o meno in questa fattispecie ma non è ancora arrivata una risposta. La risposta quindi è attesa per i prossimi giorni ed è al massimo entro il 10 dicembre che arriverà la decisione di Romani. Nel caso, molto probabile, che si vada verso un aumento, l’incremento sarà di 1,53 euro che si andranno ad aggiungere agli attuali 106 euro del canone radiotelevisivo per il 2008 raggiungendo la cifra di 107,5 euro. L’aumento riguarderebbe quindi solo l’adeguamento all’Istat. Intanto è al vaglio del governo la possibilità di abbassare il canone Rai e al tempo stesso combattere l’evasione magari legandolo alla bolletta elettrica. Questo l’orientamento annunciato dallo stesso Romani. «L’evasione media dal canone Rai – ha spiegato Romani – è del 27% e purtroppo è un fenomeno molto più presente al Sud con punte del 45% in alcune regioni, che al Nord». Di fatto – ha riferito il sottosegretario – il canone rischia di diventare una tassa regionale. «Perciò – ha annunciato – ho sottoposto al presidente del Consiglio l’ipotesi di studiare un meccanismo che ci consenta di abbassare e, di parecchio, il canone e di farlo pagare a tutti nella stessa misura». Una delle possibilità è appunto quella di abbinare il canone alla bolletta elettrica: «A quel punto – ha spiegato Romani – sta all’utente dimostrare che non ha la tv. Ma è possibile immaginare anche altri meccanismi per renderlo una tassa equa e pagata da tutti».
Non è d’accordo il senatore del Pd, Marco Follini. «Non possiamo colpire la Rai cambiando le regole di punto in bianco», ha affermato l’esponente del Pd secondo il quale «si può discutere del canone ma nell’ambito di una revisione generale delle fonti di finanziamento e degli indici di affollamento pubblicitario».
Per il Codacons sarebbe un «sopruso». L’associazione da tempo «contesta il canone a fronte di un servizio offerto dalla Rai sostanzialmente identico a quello delle televisioni private, è inaccettabile l’inversione della prova per il contribuente».  

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