MUGGIÒ: CANTIERE CAMPO CONI ANCORA ABBANDONATO E PISTA ANCORA CHIUSA DOPO OTTO MESI
AG COMENSE: PERSA LA METÀ DEGLI ISCRITTI
ESPOSTO ALLA CORTE DEI CONTI
I mesi senza pista di atletica sarebbero dovuto essere soltanto tre, ma alla fine, se tutto andrà bene, saranno dieci. Riprenderanno infatti soltanto a metà maggio, per concludersi a fine giugno – a stagione ormai conclusa – i lavori di rifacimento del Campo Coni a Muggiò. Il cantiere, iniziato nel settembre scorso e poi sospeso nella stagione invernale, è al momento abbandonato e non era ancora stata indicata una data di riavvio dei lavori.
L’azienda che si è aggiudicata i lavori è la “i.Tec. srl Costruzioni generali” di Villa del Conte, in provincia di Padova. Dalla società, i responsabili precisano che i lavori non potranno ripartire prima della metà del mese di maggio.
Il Campo Coni, salvo ulteriori sorprese, tornerà dunque a disposizione delle società sportive soltanto verso la fine di giugno, a stagione ormai di fatto conclusa.
Un intero anno senza pista, dunque, a fronte di lavori che sarebbero dovuti durare poco più di tre mesi e, soprattutto, si sarebbero dovuti svolgere nel periodo estivo, quando gli allenamenti sono sospesi. Il ritardo ha causato invece pesanti disagi alle circa dieci società sportive che gravitano sul Campo Coni, con un totale di circa 500 atleti, costretti a un’odissea alla ricerca di campi e strutture dove potersi allenare.
L’unica soluzione in molti casi è la Svizzera, in particolare il campo sportivo di Chiasso, con un aggravio di costi oltre agli inevitabili problemi organizzativi.
«La sciagurata chiusura del campo Coni ormai da 8 mesi rappresenta per noi un disastro che forse recupereremo solo nei prossimi 5 anni». Le parole del presidente della Ag Comense Patrizia Bollinetti sono cariche di rabbia e amarezza. «Dallo scorso settembre ad oggi i nostri atleti si sono dimezzati. Siamo passati da 100 a 50 giovani. Questo perché non avere per un anno una pista d’atletica è un danno incalcolabile».
Il Codacons effettuerà un esposto alla Corte dei Conti, affinché quest’ultima verifichi eventuali illegittimità nella gestione dei fondi pubblici conferiti all’azienda appaltatrice.