ROMA – E adesso mucche alla diossina. Dopo i maiali, Dublino esporta una nuova paura: alcune partite di mangime destinato ai bovini irlandesi sarebbero state contaminate. Dallo stesso concime "condito" a oli industriali che è finito nelle mangiatoie d´Oltremanica infettando oltre 18 mila tonnellate di suini. Poi esportati, a partire da settembre, in 21 paesi, Italia compresa. Salsicce, pancetta e braciole con tracce di diossina cento volte superiori ai limiti consentiti. Adesso, anche filetti e lombate di mucca potrebbero portarsi dentro lo stesso veleno. L´avvertimento è dubitativo, preventivo, ma è una segnalazione sufficiente ad aumentare i timori in Europa e anche in Italia, dove il sottosegretario al Welfare Francesca Martini «per precauzione» ha allargato i controlli a manzi e vitelli importati dall´Irlanda. Un´operazione tutto sommato semplice, visto che dopo l´emergenza mucca pazza ogni pezzo o confezione di carne bovina che finisce dal macellaio o nel frigo del supermercato deve avere obbligatoriamente una carta d´identità. «Proporrò all´Ue l´etichettatura di tutte le carni per garantire la tracciabilità dei prodotti»: un´iniziativa annunciata ieri da Martini, ma anche agricoltori e consumatori spingono ormai da tempo in questa direzione per tutelare produttori e salute pubblica. Scovare stinchi e spuntature è più complicato. Ma al momento sembra funzionare il lavoro di Asl e Nas che, su mandato del Welfare, stanno spulciando tra stabilimenti e negozi su tutto il territorio. La Ue ha segnalato 22 partite di carne di maiale di origine irlandese, quasi 1500 tonnellate. Primi sequestri in tre regioni (Emilia Romagna, Campania e Veneto), mentre altra merce era destinata a Lombardia, Toscana, Calabria, Puglia. Il direttore generale della sicurezza degli alimenti e della nutrizione del ministero della Salute, Silvio Borrello, spiega che si tratta di «carne fresca destinata alla industria di trasformazione, per lo più, e che difficilmente finisce sui banchi dei supermercati. Il consumatore deve avere fiducia nei nostri sistemi di controllo. I Nas stanno cercando anche nei supermarket e nei depositi di lavorazione industriali». In Italia i rischi sarebbero molto bassi anche se qualcuno tra i consumatori (ad esempio, l´Aduc) invita alla cautela. Ma per via di una certa autarchia nell´allevamento dei suini – solo lo 0,3% è importato dall´Irlanda – la minaccia dovrebbe essere minima. Anche l´Europa rassicura, si fida del fatto che Dublino ha ritirato tutti i prodotti dal mercato. Ma sta vigile: ieri ha chiesto all´Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) di fornire un parere urgente su «eventuali rischi per la salute umana per la presenza di diossina in carni fresche o lavorate di maiale irlandese». Domani è atteso il responso. Primi amari bilanci. In Irlanda saranno abbattuti probabilmente più di 100 mila capi, i produttori con il blocco delle esportazioni perderanno oltre 100 milioni di euro, 900 persone sono già state licenziate ma in 6 mila rischiano il posto. Cina, Giappone, Singapore e Corea del Sud sospendono temporaneamente le importazioni dall´Irlanda. Natale tossico, e molto più che magro. In Italia si aggira il sospetto che dai cenoni mancheranno anche zampone e cotechino. Il Codacons chiede di monitorarli, il ministero li salva dall´infamia: preparati prima dell´infausto settembre irlandese, e molto italiani.