L’aumento del prezzo del petrolio (oltre 40 dollari al barile) ed il ribasso dell’euro,costituiscono una miscela esplosiva che oltre ad incidere sui redditi e sui consumi delle famiglie,rischia di strozzare le aziende di trasporto,i cui costi incidono per oltre il 20 per cento per i carburanti e costituire una raffica di rincari in tutti i settori infiammando ancora di più la già elevata inflazione italiana,come è già accaduto in Germania.
Anche la crisi dell’Alitalia può aggravarsi a fronte di aumenti dei carburanti mai visti in Italia: alcuni automobilisti hanno segnalato di aver pagato 1,170 euro (2.265 lire) per un litro di benzina nel tratto autostradale Roma-Firenze.
Se il Governo bifronte, che promette meno tasse a parole,ma nei fatti si comporta come Ponzio Pilato, non interviene con urgenza con le stesse provvidenze emanate dal Governo dell’Ulivo, ricalcando quello stesso schema di decreto-che l’Intesaconsumatori ha per comodità allegato nella lettera inviata al Presidente Berlusconi- l’Italia rischia di aggravare la congiuntura negativa che investe l’economia da oltre due anni.
Per contenere gli effetti perversi del ?cane a sei zampe che si morde la coda?, ossia delle accise che fanno aumentare l’Iva e quindi i prezzi dei carburanti (il gasolio sfiorerà senza interventi per la prima volta 1 euro a litro !),il Governo deve intervenire sulla fiscalità che grava sul prezzo alla pompa ed avviare una commissione d’inchiesta sui prezzi dei carburanti introducendo,nello stesso decreto urgente, meccanismi trasparenti nella formazione dei prezzi e nelle loro dinamiche valutarie per tagliare la testa alla speculazione del cartello petrolifero,già sanzionato dall’Antitrust.