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CARO CD: I VERI “PIRATI“ SI RIUNICONO IN UN CONVEGNO…








?Erano tutti al convegno organizzato dalla Siae i veri ?pirati? della discografia italiana!?

Con questa affermazione il Codacons torna all’attacco contro l’inquietante fenomeno del caro cd e critica fortemente il convegno organizzato dalla Siae per discutere della pirateria e dell’industria discografica. ?Nell’incontro, tutti a piangere per un mercato oramai in grave crisi, ma nessuno disposto ad ammettere le vere cause di tale crisi, ossia i prezzi troppo alti dei dischi?, continua l’associazione.

In particolare il Codacons ritiene scellerata, incivile, e assurda la proposta di Mogol, emersa al convegno della Siae, di istituire una taglia sui contraffattori di dischi. Mogol non capisce, o fa finta di non capire, sostiene il Codacons, che l’origine della crisi del disco è da attribuire esclusivamente ad una politica suicida delle case discografiche che, invece di ridurre i prezzi dei cd per aumentare le vendite, fanno esattamente il contrario, ossia: meno vendono e più alzano i prezzi! La pirateria, quindi, è solo la diretta conseguenza di questa folle politica delle case discografiche.

I consumatori, inoltre, si oppongono alla proposta di ridurre l’Iva sui cd, non ritenendo questa la soluzione al problema. La riduzione dell’Iva, infatti, finirà solo per aggiungere altri problemi ai consumatori: su chi ricadrà lo sgravio? Ma logicamente sulla collettività, uscendo dalla porta e rientrando da chissà quale altra finestra!
Dal vascello dei ?pirati? (ossia l’incontro di ieri) sono state ? giustamente ? tenute fuori le associazioni di consumatori, che così non sono state coinvolte nel preoccupante delirio che ha coinvolto i partecipanti al convegno, delirio che ha portato addirittura qualcuno ad equiparare la protesta per i pezzi falsi degli aerei a quella per i cd falsi!

Appare ovvio che nessuna decisione potrà essere presa senza il consenso dei consumatori che, come ricordiamo, sono coloro che alla fine decidono se acquistare o meno un cd, vero o falso che sia. Eppure basterebbe davvero poco per risolvere la crisi, e cioè un gesto di umiltà da parte delle major discografiche: sarebbe sufficiente una riduzione del prezzo sui dischi, che oramai sfiorano i 22 euro, cifra che, giustamente, i consumatori non sono più disposti a spendere.

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