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CARO PREZZI: RITOCCHINI E RINCARI COSTANO 749 EURO ANNUI A FAMIGLIA !


Moltissimi consumatori, stimati tra il 25 ed il 35 per cento del totale (circa 10 milioni di italiani), hanno dato adesione allo sciopero della spesa che si è tenuto ieri in Italia per protestare contro gli aumenti indiscriminati di prezzi e tariffe (l’Intesa ha fatto anche un sit-in davanti la sede dell’Istat) che, nonostante non siano rilevati dalle statistiche ufficiali, pesano sui bilanci famigliari per 749 euro a famiglia.

Su una spesa media mensile di 2.200 euro a famiglia (26.400 euro l’anno), l’Intesa dei consumatori ha calcolato i seguenti aumenti da caro-prezzi per capitoli di spesa:


Alimentari e bevande 130 Euro;

Alberghi,ristoranti,pubblici esercizi 128 Euro;

Rc auto 67 Euro;

Abitazione 66 Euro;

Abbigliamento e calzature 58 Euro;

Servizi Bancari 52 Euro;

Trasporti 50 Euro;

Arredamento,elettrodomestici e servizi casa 50 Euro;

Servizi sanitari e spese per la salute 50 Euro;

Tempo libero e cultura 48 Euro;

Istruzione 30 Euro;

Luce e Gas 20 Euro.

TOTALE 749 Euro


L’Intesa dei consumatori stigmatizza gli aumenti ed arrotondamenti indiscriminati che ci sono stati in tutti i settori (dal commercio alla grande distribuzione,dai servizi bancari a quelli assicurativi fuori controllo) in particolare il mancato ristorno ai consumatori del rafforzamento dell’euro sul dollaro, dato che la riduzione di un litro di benzina è stato di circa 100 lire al litro dal giugno 2001 al giugno 2002, invece di 270 lire (più 50 lire del bonus fiscale) che ci dovrebbe essere dal rafforzamento del 15,2 per cento dell’Euro sul dollaro con una sostanziale parità (24 dollari) del costo del barile.

E’ vergognoso che monopoli, oligopoli e grandi cartelli facciano pagare ai consumatori due volte il caro prezzi, sia quando il dollaro è forte, con aumenti repentini di materie prime regolate con il biglietto verde, che quando è debole e ci dovrebbero essere diminuzioni sostanziose e non provocatorie di 0,001-0,002 euro per 1 litro di benzina, ed il Governo non può ulteriormente tollerare, che per un pieno di 50 litri, i cittadini debbano pagare 7 euro in più del dovuto versando un surplus odioso al cartello dei petrolieri.

L’Intesa, qualora non ci dovrebbero essere sostanziali inversioni di tendenza e di calmieramento di prezzi e tariffe, non esclude di organizzare boicottaggi verso quei prodotti e quei servizi che sfuggendo ad ogni regola ed ogni controllo, decurtano sostanzialmente il potere di acquisto di salari, stipendi e pensioni.






































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