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CAROVITA: CRESCE L`INDEBITAMENTO DELLE FAMIGLIE

La notizia che alcuni ipermercati in aiuto dei clienti, permettono di effettuare acquisti a rate, non già per comprare i consueti elettrodomestici, ma per finanziare la spesa alimentare con un tasso di interesse del 1,42 per cento mensile, (17,04 per cento l’anno di interesse semplice addirittura del 20,02 % l’anno se composto), dimostra il gravissimo malessere sociale denunciato dall’Intesaconsumatori e la totale assenza del Governo su politica dei redditi, prezzi e tariffe, incurante del depauperamento di milioni di famiglie, che ha perso l’ennesima occasione di ridurre le accise sui carburanti per speculare fiscalmente sugli aumenti dei prezzi con un surplus di introiti di oltre 3 miliardi di euro.

L`impoverimento del paese e delle difficoltà delle famiglie ad arrivare a fine mese, il crescente disagio che vivono i ceti medi, la vera e propria speculazione con il pretesto dell’euro che ha sottratto ai alle famiglie a reddito fisso il 4 per cento del PIL dal 1 gennaio 2002,ossia quasi 50 miliardi di euro, è evidenziato dall’aumento dell’indebitamento delle famiglie italiane costrette a ricorrere a prestiti per far fronte alle spese correnti e non solo per acquisti straordinari.

Il ricorso al credito negli ultimi tre anni (da quando Intesaconsumatori ha posto il problema degli aumenti e della speculazione incontrollata sembra abbia coinvolto una quota consistente di famiglie, stimata nel 25 per cento (eccetto per i mutui): chi contrae debiti lo ha fatto al 33 per cento per arrivare alla fine del mese: un italiano su tre è quindi costretto ad indebitarsi per sopravvivere
anche a breve attraverso l`uso sempre più esteso delle carte di credito.

Se a fine 2003 i piccoli prestiti degli italiani ammontavano a 55,5 miliardi di euro, si può stimare che tale somma sia aumentata di 18 miliardi di euro in 6 mesi, ossia al 30 giugno 2004 si è toccata una consistenza di 73,5 miliardi di euro con un aumento in sei mesi del 32 per cento, sia per far fronte alle spese necessarie che finanziare l`acquisto di auto e moto, elettrodomestici ed elettronica arredamenti, mentre 1 miliardo di euro sono stati chiesti soldi in anticipo alle società esercenti le carte di credito.

II ricorso al credito per finanziare l`acquisto di beni di consumo durevoli é in forte crescita nel nostro Paese. Nel 2003 in Italia il credito al consumo ha fatto registrare l`incremento più elevato in Europa con un tasso di sviluppo del 19,5% contro una media del 7,7%.
I crediti concessi hanno raggiunto un importo di ben 32,4 miliardi di euro. La forte diffusione del credito al consumo degli ultimi anni dipende da molti fattori, comprese le difficoltà economiche che hanno fatto crescere le esigenze di finanziamento delle famiglie. II calo dei tassi ha comunque giocato un ruolo determinante in quanto ha reso possibile soddisfare le necessità di credito a costi accettabili. Molto importanti sono stati anche gli interventi che le società finanziarie hanno condotto sulle procedure di valutazione delle domande e di erogazione dei finanziamenti. Il problema è poi ingigantito dal fatto che la maggioranza non contrae debiti con le banche ma con le finanziarie (58% di chi ha fatto prestiti). E qui non ci addentriamo più di tanto, anche se da più parti sono stati lanciati allarmi sull`affidabilità di alcune (molte?) di queste società.
Rimane pur sempre evidente che ci sono difficoltà nell`accesso al credito attraverso il canale bancario. Anche se comunque la percezione diffusa, soprattutto delle famiglie indebitate, è che oggi sia più facile di un tempo ottenere prestiti e fidi. E la parte più rilevante di chi si indebita tira un sospiro di sollievo per essere riuscita a far fronte a spese che non sono altrimenti sostenibili.

Ma chi si indebita di più?
Soprattutto i giovani e le famiglie dei ceti medi e medio/alti.
E in particolare sono le persone fra i 31 e i 45 anni quelle che maggiormente faticano a tirare la fine del mese e che devono far fronte a spese non procrastinabili. Ecco il profilo: ceto medio, o comunque con lavoro fisso, con il mutuo della casa e i figli da tirare su. E` lì che può esserci la soglia di rottura oltre la quale non si riesce più a tenere lo standard di vita che si ritiene accettabile. Negli Stati Uniti molte famiglie stanno dichiarando bancarotta. Non vorremmo che cominciasse a succedere anche da noi.


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