?Tra gli esercizi commerciali c`e` scarsa concorrenza, cio` ha portato con il passaggio dell`euro di fatto ad un aumento dei prezzi, in molti casi fuori linea. Lo ha detto il ministro dell`Economia, Domenico Siniscalco, in una intervista a Radio Repubblica. “Quello che il governo ha cercato di fare, ma il settore commerciale ha cercato di fare ugualmente – ha aggiunto – e` di rimettere rimedio a questa situazione, quando e` stata compresa, l`anno scorso“. Per Siniscalco, l`inflazione “come viene misurata e anche percepita si sta molto acquietando, il potere d` acquisto sta migliorando, e` migliorato l`anno scorso, puntiamo migliori quest`anno?.
Saremmo lieti di poter condividere le fantasiose dichiarazioni del ministro Siniscalco, che ai tempi dell’euro professava al ministero dell’economia analoga dose di ottimismo, contribuendo a bacchettare quelle associazioni dell’Intesaconsumatori che si ostinavano a denunciare aumenti e speculazioni, con il pretesto dell’euro, contribuendo in tal modo ad un progressivo impoverimento delle famiglie italiane, costrette ad indebitarsi per sopravvivere.
Se il ministro Siniscalco ed il Governo, invece di voltare le spalle al popolo dei consumatori e dei risparmiatori traditi, con provvedimenti, come quelli sui bolli (30 euro solo per poter ricorrere ai Giudici di Pace per difendere diritti di cittadinanza contro monopoli, oligopoli e cartelli), che mettono le mani in tasca alle famiglie, avesse a cuore la difesa dei cittadini, non si dovrebbe impegnare a difendere cariche a vita e privilegi di casta, forieri di una mancata concorrenza che genera costi dei servizi bancari tra i più elevati del mondo, che si potevano anche difendere nel basso MedioEvo, ma che oggi non hanno più alcuna giustificazione, in un’economia stagnate che si attarda a perdere tempo sulle tutele dell’italianità nei mercati globali.
Questi, signor ministro, sono i costi affrontati nel 2004 dalle famiglie, che saranno aggravati nel 2005 da politiche economiche posticce che hanno ancora una volta perso l’occasione per intercettare con la crescita, maggiori redditi ed opportunità ad un Paese stremato e disperato.
INTESACONSUMATORI rammenta che gli omessi controlli sui prezzi hanno determinato un trasferimento forzoso di 52 miliardi di euro, dalle tasche dei consumatori a quelle di coloro che determinano prezzi e tariffe, e tale continua erosione non sembra arrestarsi neppure nel 2005, quando ? secondo le più attendibili stime – ci saranno rincari pari a 1.176 euro a famiglia con i consumi annui che passeranno da 27.139 euro del 2004 a 28.315 euro. I dati sulla crescita esponenziale del credito al consumo, confermano che ci troviamo di fronte alla più grave crisi economica del dopoguerra, aggravato da politiche economiche, inserite in finanziaria, che accentuano le stangate su bolli (anche sui conti correnti bancari), concessioni, aumenti di tariffe autostradali e di bollette varie (telefoniche, del gas ed elettriche),di Ici, Tarsu, Irpef ed Irap Regionali, bolli auto, tariffe aeree per un controvalore di 10,2 miliardi di euro a fronte di promesse riduzioni fiscali, pari a 5,7 miliardi di euro, con un saldo negativo pari a 4,5 miliardi di euro, che da solo comporta un gravame insopportabile di 225 euro a famiglia.
A fronte di tagli fiscali pari a 20-30 euro medi al mese, le famiglie italiane dovranno quindi sopportare aumenti nel 2005 di 98 euro, con un saldo negativo, per l’80 per cento della popolazione, di 78 euro a famiglia, dopo che nel 2004 avevano subito una stangata pari a 89 euro mensili.