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CAROVITA: LO STOP DEI PREZZI ENNESIMO SPOT DI UN GOVERNO INERTE





L’enfasi del Governo sul cosiddetto ?congelamento? dei prezzi per alcuni prodotti a marchio della grande distribuzione, che rappresentano il 15-18 per cento del totale, oltre ad impedire bloccandole, le diminuzione dei listini dovute al consistente calo della domanda, rappresenta uno spot malriuscito, come quello di far crescere il tenore di vita del 2,2 per cento, in presenza di un aumento della pressione fiscale dello 0,9 per cento! La grande distribuzione, infatti, per rispondere alla crisi dei consumi, sembra stia adottando una politica di contenimento dei prezzi su taluni prodotti con il proprio marchio, volta sia a rispondere alle leggi del mercato (ad un calo della domanda corrisponde una diminuzione dei prezzi) che a fidelizzare la propria clientela con offerte episodiche di sconti rivolte esclusivamente ai titolari delle tante carte fedeltà.
Intesaconsumatori ,che ringrazia gli oltre 30 milioni di cittadini-consumatori che hanno partecipato (anche per necessità) al quarto sciopero della spesa il 16 settembre scorso, disponibile al tavolo di concertazione che il Governo (come ha promesso il vice-presidente del Consiglio on. Fini) dovrà prima o poi attivare su prezzi e tariffe, torna a chiedere un attento monitoraggio sulle evidenti speculazione avvenute con il pretesto dell’euro, che hanno trasferito dal 1 gennaio 2002, il 4 per cento del Pil (52 miliardi di euro) dalle tasche delle famiglie a quelle di coloro che hanno la facoltà di determinare i prezzi, essendo intollerabile che i servizi bancari e postali siano aumentati del 30 per cento e che alcuni generi alimentari (pizza margherita,cono gelato,fetta di anguria,ecc.) siano rincarati del 100 per cento !

Se i consumi rappresentano il motore dell’economia, specie in quei ceti sociali impoveriti e costretti per la prima volta a ricorrere ai prestiti anche per acquistare i generi alimentari, il Governo deve mettere in campo, oltre agli slogans che non abbindolano più, anzi fanno anche arrabbiare milioni di consumatori, una terapia d’urto per far ripartire i consumi: oltre ai consueti ?consigli per gli acquisti? si debbono trovare e fornire le risorse necessarie, ossia i ?soldi per gli acquisti?, varando in finanziaria il recupero del fiscal drug e un bonus fiscale di 1.500 euro per i redditi fino a 15.000 euro.

Intesaconsumatori è pronta ad illustrare, quando sarà convocata al tavolo di concertazione, le ricette dei consumatori per un controllo di prezzi e tariffe e le soluzioni che affliggono milioni di famiglie, anche del ceto medio, impoverite da 3 anni di sottovalutazione della crisi dei consumi e di totale inerzia, indifferenza rispetto alle questioni economiche reali.









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