Contraddicendo tutti i profeti di ottimismo, che da oltre 16 mesi continuano a garantire la ?imminente? discesa dell’inflazione e la sicura moderazione della sfrenata rincorsa dei prezzi, i dati delle città campione dei prezzi al consumo, segnano a maggio un’inflazione stabile al 2,7% annuo, così come a marzo ed aprile, con una variazione dei prezzi su base mensile pari ad un aumento dello 0,2 per cento. Mentre le stime provvisorie delle città campione, che avevano fatto gridare al ?miracolo? a ministri, commercianti ed esponenti del governo, indicavano 15 giorni fa una riduzione della dinamica dei prezzi, con un’inflazione ridotta al 2,6 per cento, mentre l`indice armonizzato ha registrato nel mese di maggio una variazione di +0,2% rispetto al mese precedente e una variazione di + 2,9 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
L`indice per l`intera collettività ha registrato l`aumento più consistente nel settore bevande alcoliche e tabacchi (+9,2%), mentre il capitolo alberghi, ristoranti e pubblici esercizi ha avuto un aumento del 4 per cento rispetto al maggio 2002 ed i prezzi del settore abitazione, acqua, elettricità e combustibili, hanno subito rincari del 3,8 per cento. In calo a livello tendenziale, il comparto comunicazione (-0,6 per cento) ed i servizi sanitari e le spese per la salute,diminuito dello 0,7 per cento.
Rispetto ad aprile 2003 gli aumenti più consistenti sono stati registrati nei prezzi di alberghi, ristoranti e pubblici esercizi (+0,5%), nel settore mobili, articoli e servizi per la casa (+0,4%), e nei settori bevande alcoliche e tabacchi e ricreazione, spettacoli e cultura (entrambi al +0,3%), mentre hanno registrato un calo congiunturale il settore della abitazione,acqua,elettricità e combustibili (-0,2 per cento) e i trasporti (-0,1 per cento).
Ma la diminuzione della voce servizi sanitari, calati dello 0,7 per cento, è ingannevole per la notissima manovra che il Governo ha apportato al prontuario farmaceutico volta a diminuire la spesa sanitaria a carico dello Stato, per addossarla alle famiglie ! Il nuovo prontuario ha infatti sapientemente diminuito il numero delle confezioni prescrivibili per curare le patologie croniche, con il passaggio di numerosi farmaci (soprattutto antistaminici contro le allergie, sempre più gravi e diffuse) dalla fascia B (rimborsabili al 50 per cento) alla fascia C (a totale carico degli ammalati),con un aumento inconfutabile dei farmaci a carico delle famiglie che è pari al 9,3 per cento medio !
Poiché nel paniere Istat, i ?servizi sanitari e spese per la salute? pesano per il 7,25 per cento, mentre i ?medicinali?,hanno un peso pari al 2,92 per cento,la diminuzione dello 0,7 per cento registrata dall’Istat sui ?servizi sanitari? complessivi (la forte riduzione pari al 6,35 per cento dei farmaci totalmente rimborsabili), non riflette in pieno i fortissimi rincari,pari al 9,3 per cento in media,dei farmaci di fascia ?C?, tra i quali troviamo gli antistaminici importantissimi per chi soffre di allergia in questo periodo dell’anno e totalmente pagati dalle famiglie.
?Ci sono le verità, le mezze verità, le bugie e le statistiche? affermava uno statista inglese: l’Intesa dei Consumatori torna a chiedere, con la modifica del paniere ISTAT, non rappresentativo della realtà dei consumi, la strutturazione di panieri diversi commisurati alle fasce di reddito, per andare incontro ad una realtà in profondo cambiamento,restando comunque inaccettabile,per milioni di cittadini e di famiglie cosiddette ?marginali?, che vivono con redditi al di sotto o al limite della soglia di povertà, i rincari selvaggi afferenti la propria salute ed il diritto alla sopravvivenza.