Così Valerio Cellini, ex portavoce del Comitato-Carspac, e oggi di quei soci sovventori, “la stragrande maggioranza“ come dice, contrari ad aderire al Codacons per interrompere entro il 2 luglio i termini di prescrizione di reato, a tutela del diritto di rivalsa per danni subiti nei confronti dei soggetti ritenuti responsabili del crac Costruttori, ha chiuso l`assemblea di Filo. Obiettivo: dar corso ad altre iniziative per “andare oltre l`operazione di solidarietà di LegaCoop“ ferma ora al 35 per cento dei risparmi su libretti di deposito e il 30 per cento della azioni apc. Cifre “insufficienti“ non solo per il gruppo di Cellini. Ma resta il dubbio: Codacons sì, Codacons no. La scelta è individuale. Nerina Baldi invita a riflettere sul fattore `convenienze`. Mentre Settimio Coatti sposa la tesi del dialogo e non della conflittualità con LegaCoop. Alla fine Cellini & Co mettono in campo incontri e confronti su possibili nuovi scenari, fondi dormienti statali, procedura dei commissari, garanzie del prestito sociale. E, tenendo conto della strada prescrittiva, consigliano l`esclusione di Lega Coop. Non sono mancati duri scambi di accuse e scontri polemici tra le parti avverse, in una sorta di guerra tra poveri. Papabile il disagio causato dalla scissione. Difficile però ricucire visto il “congelamento“ e le “distanze“ delle posizioni. Da un lato si ricusano “i ricatti di legaCoop che minaccia di bloccare l`erogazione dell`ultimo tranche a rimborso del 15 per cento“. Dall`altro si privilegia il percorso politico-istituzionale, chiamando preferibilmente in causa dirigenti, società di certificazione, banche, o nessuno. Molti ancora gli indecisi. E il tempo stringe. Nel mezzo l`alternativa rinunciataria di adire per vie legali contro Legacoop proposta da Gabriella Azzalli se, fatta la prescrizione, non arrivasse il prossimo assegno del movimento cooperativo.