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Class action, aderiscono 300 famiglie

Trecento famiglie di Rivara, San Felice, Massa e dintorni sono pronte a far causa alla Igm per il mega deposito gas di Rivara. Secondo loro, infatti, questo determinerà il deprezzamento di case e terreni e quindi un danno.  Le cifre sono emerse giovedì al teatro Comunale, all’incontro tra circa 160 cittadini e il Codacons, organizzato con la mediazione del Comitato di Rivara. Da una parte Igm che, a proposito della svalutazione degli immobili, ha fatto sapere di considerarla pretestuosa, sostenendo che accadrà il contrario e definendo "fantasiose e false" le prospettive di un deprezzamento fino al 70%. Dall’altra le 300 famiglie e i cittadini che erano in teatro: «Qui non è solo questione di deprezzamento – ha detto un pensionato – Io non voglio un risarcimento, non è esaustivo. La mia casa banalmente non varrà meno: non varrà più nulla, una volta che siano compromesse sicurezza e salute di chi ci vive».  In mezzo il Codacons. Il responsabile provinciale Galli e l’avvocato Magnani hanno spiegato che l’unica strada corretta che si profila è quella di una civile azione legale collettiva, insomma una "class action". «Alla luce delle pre-adesioni – ha spiegato Galli – abbiamo calcolato che per far stimare con regolare perizia la casa e procedere alla conseguente azione in Tribunale occorreranno non più di 200 euro a famiglia». Cifra che qualcuno dalla platea avrebbe voluto meno corposa e che comunque dipenderà dalla definitiva adesione. «Convocheremo le 300 famiglie – ha spiegato il presidente del Comitato, Goldoni – ai primi di dicembre, nel frattempo invito chiunque ad informare dell’iniziativa i potenziali nuovi interessati». La serata riguardava anche le conseguenze che potrebbero derivare dall’autostrada. In questo caso si profila una nuova ulteriore class action. Su questo però ha preso le distanze il vicesindaco Luppi, che ha ribadito il no al deposito, assicurando che gli amministratori curano gli interessi dei cittadini ma senza dichiarare il sostegno del Comune all’iniziativa. Luppi ha difeso il progetto Cispadana, sostenendo che in prossimità dei caselli c’è sempre stato uno sviluppo che ha determinato apprezzamento di fondi e edifici (San Felice ha previsto il casello sul fondo Cantacucco). Infine, tra altri, il prof Ragazzi ha rimproverato che il comitato abbia dovuto pagare al Comune centinaia di euro per prenotare il teatro per una battaglia (sul deposito) a parole così condivisa

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