COMO: ESTERNALIZZAZIONE DEL SERVIZIO MENSE SCOLASTICHE
AUMENTO DEI COSTI E DIMINUZIONE QUALITÀ DEL SERVIZIO A CAUSA DELLA LONTANANZA DEL PUNTO DI COTTURA
ESPOSTO ALLA CORTE DEI CONTI
Assegnazione dell’appalto mense aggiudicato dal Comune di Como ad una ditta veneta, che ha il proprio centro cottura collocato a Garbagnate (Milano), una località che dista 37 km dal capoluogo lariano (il limite massimo fissato dal capitolato d’appalto era di 40 km).
Patrizia Lissi, consigliere comunale del Pd, è molto critica ma anche ironica nei confronti della maggioranza e ricorda le polemiche degli anni scorsi nate attorno alla proposta del centrosinistra di realizzare un centro unico di cottura: «Le preoccupazioni per i tempi di percorrenza dal punto di cottura alle scuole sono miracolosamente svanite nel nulla», ha detto Lissi al presidente del consiglio comunale Anna Veronelli (Forza Italia) e all’assessore Marco Butti (Fratelli d’Italia), gli stessi che durante il mandato del sindaco Mario Lucini avevano sollevato molte obiezioni sul punto.
Critico anche Fabio Aleotti, consigliere del Movimento 5 Stelle: «Eravamo e siamo contrari a questa scelta, voluta dalla giunta, di esternalizzare il servizio per più della metà dei pasti senza che vi sia un risparmio. Vi sarà invece un aumento del 4,1% (si passerà da 4,8 a 5 euro per ogni pasto). Ora la speranza – conclude Aleotti – è che come promesso vengano assunte le persone a tempo determinato non più in servizio in città».
Una scelta, quella del Comune, che presenta diverse criticità le quali, a nostro parere, necessitano di un approfondimento da parte della magistratura contabile, a partire dall’aumento dei costi per finire alla qualità del servizio, il quale, causa la lontananza dal punto di cottura, subirà un sicuro peggioramento.
Infine non dimentichiamo i nuovi costi ambientali che il territorio dovrà sopportare in termini di inquinamento atmosferico per il trasporto dei pasti.