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Codacons: edifici vecchi, costruiti persino in zone a rischio

Vecchie, fatiscenti e spesso costruite in zone a rischio. In una parola, pericolose. Sono le scuole italiane, stando ai rapporti che da anni denunciano, inascoltati, l’inadeguatezza di gran parte degli istituti: anche in Liguria.  Secondo il Codacons, tre scuole su quattro non rispettano le norme sulla sicurezza, mentre lo stesso ministero della Pubblica Istruzione ammette che solo la metà degli edifici ha il certificato di agibilità scolastica. Un degrado che ha portato a tragedie come quella di San Giuliano di Puglia, nel 2002, dove il crollo di una scuola provocò 28 vittime. «Ma quel lutto non ha insegnato nulla» sibilano dal paese molisano. Un pesante monito per il governo e il ministro della Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini, che ieri ha detto di aver già stanziato 300 milioni per rimettere in sesto gli istituti, e ha chiesto la convocazione urgente della Conferenza Stato-Regioni, per spingere gli enti locali a muoversi in tempi rapidi. Annunci e promesse, di fronte a un dramma quasi annunciato. Almeno stando ai numeri dello studio più recente sulla sicurezza delle scuole, presentato a settembre dall’associazione Cittadinanzaattiva. Un rapporto che delinea un quadro inquietante, a cominciare dall’età degli edifici scolastici. Sui 132 istituti censiti dall’associazione in Italia, oltre la metà (il 58,5%) risultava costruito prima del 1974, a fronte di un dato nazionale generale del 52,8%. Di questi, buona parte risale al periodo tra il 1940 e il 1965, mentre 12 sono addirittura anteriori e due sono veri e propri monumenti, costruiti prima del 1900. Dati che preoccupano non solo per la tenuta delle strutture, solo occasionalmente riparate, ma soprattutto perché vennero edificate prima delle legge 62 del 1974, che prevedeva "provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche". Più della metà delle scuole non sono state costruite con criteri anti-sismici, in un Paese dove il 40% del territorio è soggetto a terremoti. Come San Giuliano di Puglia, il paese in provincia di Campobasso dove il 31 ottobre 2002 un sisma abbatté il solaio della scuola locale, uccidendo 27 bambini e un’insegnante. «Ma San Giuliano non ha insegnato nulla, e lo scandalo italiano delle scuole di cartapesta continua» denuncia il presidente del Comitato delle vittime del paese, Antonio Morelli, che ieri ha espresso il proprio cordoglio per la tragedia di Rivoli. Per poi ribadire: «Non è la natura che è cattiva, sono i nostri edifici che sono vecchi. Sono anni che lo ripetiamo: tutti ci danno ragione, ma poi tutto resta com’è». E la gente muore, in una nazione con scuole che assomigliano a trappole. Più della metà degli edifici censiti sorge in zona sismica, e il 38% ha l’ingresso direttamente sulla strada. In una scuola su cinque l’intonaco cade regolarmente, e il 20% ha il pavimento sconnesso. Nel complesso, solo 56 istituti su 132 hanno strappato una risicata sufficienza sul fronte sicurezza. Bocciati tutti gli altri, comprese due delle cinque scuole liguri esaminate: un istituto elementare della Spezia e un altro a Vezzano Ligure. La coordinatrice nazionale di Cittadinanzaattiva, Adriana Bizzarri, attacca: «Quanto accaduto a Rivoli non è che la conferma di quanto sia sottovalutata la gravità della situazione. Abbiamo già denunciato come il decreto Gelmini tagli del 50% i fondi per le scuole a rischio sismico: è vero che il governo ha avviato un piano per mettere in sicurezza le 100 scuole meno sicure, ma gli istituti sono 42 mila, quindi si tratta di un intervento inadeguato. Servono più fondi, e l’anagrafe degli edifici scolastici». Gelmini promette interventi: «Ho chiamato il ministro per gli Affari Regionali, Fitto, perché vorrei una convocazione urgente della Conferenza unificata con Regioni, Province e Comuni, affinché ogni ente faccia tutto il possibile per evitare tragedie di questo genere. Nel decreto sulla scuola abbiamo inserito un articolo su questo tema, e nel 2008 abbiamo già distribuito 300 milioni per la sicurezza delle scuole. Inoltre con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Bertolaso abbiamo avviato un piano per mettere in sicurezza 100 istituti». Dal ministero parlano di 900 milioni a disposizione dell’edilizia scolastica: 300 già distribuiti a Province e Comuni, mentre la finanziaria 2009 ne ha stanziati altri 300. Infine, il 19 novembre il pre-Cipe ha stanziato 480 milioni per le scuole del Sud

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