Con l’annullamento dell’incontro che era stato previsto al Tesoro lo scorso 20 aprile ci si è resi conto che suddividere in cinque parti uguali il portafoglio dell’assicurazione finita in amministrazione straordinaria (come previsto nel piano proposto dalle compagnie) è praticamente impossibile.
Per questo le banche coinvolte nella partita in quanto distributrici delle polizze (Fineco, Fideuram, Credem e Sparkasse) e le assicurazioni chiamate in campo (Poste Italiane, Intesa Sanpaolo, Generali, Unipol e Allianz) dovranno riunirsi di nuovo per capire chi di loro dovrà farsi carico del peso più ingente del risanamento che interessa circa 400 mila clienti e un portafoglio di polizze vita composto da 9 miliardi di euro di gestioni separate e da 6 miliardi di unit linked.
“353mila clienti italiani sono coinvolti nella vicenda Eurovita che mette a rischio 15,3 miliardi di euro di fondi investiti attraverso le polizze collocate dalla società – spiega il Presidente del Codacons Marco Donzelli – Una situazione delicatissima alla quale si sta tentando in queste ore di trovare una soluzione che possa garantire gli interessi degli investitori. Un percorso non semplice che potrebbe concludersi con danni economici per i soggetti che detengono le 413mila polizze a rischio.”
Per tale motivo il Codacons, se non sarà trovata una soluzione adeguata a tutelare gli assicurati che hanno investito il proprio denaro nelle polizze Eurovita, è pronto a scendere in campo e avviare tutte le iniziative legali del caso verso banche, consulenti e intermediari che hanno collocato al pubblico le polizze e hanno quindi responsabilità dirette verso i clienti.
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