Un progetto ferroviario che una volta era un sogno, ora sembra intrappolato in un labirinto di burocrazia e ritardi. Il tanto atteso progetto, destinato a migliorare il trasporto pubblico per migliaia di pendolari, ha subito un ennesimo rinvio con l’approvazione di ulteriori finanziamenti da parte del Ministero dei Trasporti.
Il 10 luglio scorso, la Regione Lombardia ha approvato una delibera che prevede uno stanziamento aggiuntivo di 15 milioni di euro dal Ministero dei Trasporti, portando il finanziamento totale a 931 milioni di euro. A questa cifra si aggiungono i 283 milioni di euro della Regione Lombardia, i 37 milioni del Comune di Milano, i 27,5 milioni di Monza, i 13 milioni di Cinisello e i 4,5 milioni di Sesto San Giovanni, raggiungendo un totale di 1.296 milioni di euro.
Tuttavia, insieme a questa notizia di finanziamenti aggiuntivi, arriva anche una delusione per i cittadini. L’avvio dei lavori subirà un ritardo di altri due anni, poiché la giunta regionale ha approvato uno schema di atto modificativo della convenzione tra la Regione Lombardia, il Ministero dei Trasporti e il Comune di Milano, che regola il cofinanziamento statale dell’opera.
Questo progetto, inizialmente concepito come un’utopia per risolvere i problemi di congestione del traffico e migliorare la mobilità nella regione, sembra ora essere destinato a un destino incerto, se non sognato nel cassetto tra i vari enti coinvolti. Il continuo susseguirsi di rinvii e ritardi ha suscitato frustrazione tra i pendolari e gli abitanti delle aree coinvolte.
Codacons: “Necessaria chiarezza sull’argomento, i cittadini di Monza meritano di conoscere le reali motivazioni legate al ritardo nella realizzazione del progetto, per il quale ci sono già i fondi stanziati e che permetterebbe loro di facilitare i collegamenti con il capoluogo lombardo facilitando enormemente la mobilità e soprattutto limitando l’utilizzo dell’automobile, in una zona che convive con un inquinamento atmosferico molto elevato – afferma il Presidente del Codacons, Marco Donzelli – Con l’aumento dei costi delle materie prime e il galoppare dell’inflazione, si rischia che i fondi ora stanziati non saranno sufficienti a coprire l’intero progetto, con il pericolo di trovarci dinanzi all’ennesima opera incompiuta italiana. Presenteremo un esposto alla Corte dei Conti al fine di verificare se vi sia cattivo uso del denaro pubblico.”
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