COMUNICATO STAMPA
ATTUALITÀ E SALUTE
Martedì 17 Settembre 2019
BIOSSIDO DI TITANO NEGLI ALIMENTI. ONG: LA COMMISSIONE ESTENDA IL DIVIETO FRANCESE ALL’ADDITIVO. SECONDO ALCUNE RICERCHE È CANCEROGENO.
CODACONS: “ESPOSTO IN PROCURA: NECESSARIO ACCERTARE PERICOLO PER LA SALUTE DEI CONSUMATORI E EVENTUALMENTE PROVVEDERE AL RITIRO DELLA SOSTANZA DAL COMMERCIO.”
Un altro caso di sostanze pericolose per la salute dei consumatori è finito all’attenzione dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa): una serie di organizzazioni europee hanno infatti denunciato la presenza di alcuni studi indipendenti secondo i quali il biossido di titanio potrebbe avere effetti cancerogeni sull’uomo.
Trattasi di una sostanza di origine minerale utilizzata come colorante per la produzione di caramelle, salse, prodotti a base di pesce e formaggio. Non solo: essa è, infatti molto in voga anche nei prodotti cosmetici, quelli per l’igiene, anche dei bambini, nei dentifrici e nelle creme solari.
Secondo alcuni studi il biossido di titanio potrebbe comportare possibili rischi per la salute, come il cancro. La Francia, e in particolare l’Anses, agenzia francese per la sicurezza alimentare, ha deciso di vietarne l’utilizzo a partire dal 2020, nel nome del principio della precauzione. Del resto, l’esperienza francese ha dimostrato che i produttori possono rimuovere facilmente tale additivo dai loro prodotti.
Nel resto dell’Unione, invece, la Commissione europea non ha ancora ritenuto di doverne proibire il commercio e l’utilizzo. È, però, ora atteso un secondo parere dell’Efsa, che però, a detta delle Ong, dovrebbe basarsi su una ricerca Usa finanziata dalle stesse lobby che producono il biossido di titanio.
Codacons: “Dubbi e sospetti sulle ricerche effettuate a livello comunitario e probabile pericolosità della sostanza. A rischio la salute dei cittadini: necessario provvedere all’accertamento della cancerogenicità dell’additivo e eventualmente al tempestivo ritiro dal commercio dello stesso. Presenteremo esposto alla Procura della Repubblica per fare luce sulla vicenda”.
Ufficio Stampa: 393/9803854