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Codacons su inquinamento Pianura Padana lockdown

COMUNICATO STAMPA

Cronaca Lombardia

Giovedì 4 Giugno 2020

PIANURA PADANA: L’ANNUARIO DEI DATI AMBIENTALI DIMOSTRANO LA DIMINUZIONE DELL’INQUINAMENTO DURANTE IL PERIODO DI LOCKDOWN MA LA SITUAZIONE RIMANE CRITICA

LA TEMPERATURA MEDIA E’ CRESCIUTA DI 1,71 GRADI CONTRO GLI 0.98 GLOBALI E IL BACINO PADANO RIMANE UNA DELLE AREE PIU’ INQUINATE D’EUROPA

CODACONS: NECESSARI INTERVENTI SISTEMICI ALTRIMENTI SARA’ TROPPO TARDI, PRESENTEREMO UNA DIFFIDA PARTICOLAREGGIATA AL MINISTERO DELL’AMBIENTE

 

Cronaca Lombardia: Nonostante gli incoraggianti dati dovuti al lockdown in Italia, che fanno registrare decisi miglioramenti relativamente alla concentrazione di inquinanti nell’aria, il dato generale nel nostro Paese, ed in special modo nella Pianura Padana rimane drammatico.

Alcuni dati: In Italia la temperatura cresce più che in altre parti del mondo (+1,71 gradi contro i 0,98 gradi globali), con un aumento di temperatura media nel periodo 1981-2018 di circa 0,38 gradi ogni dieci anni. Stesso aumento si registra nei mari italiani: nel 2018 la temperatura è cresciuta di 1,08 gradi.

I dati poi del particolato PM 10, PM 2.5 e biossido di azoto (NO2) hanno registrato miglioramenti grazie al lockdown ma l’andamento generale preoccupa moltissimo.

Quali cose si possono fare per invertire il trend?

Fondamentale che il nostro Governo investa risorse importante nel modo giusto – afferma il Presidente del Codacons, Marco Donzelli – pensiamo alle piste ciclabili di cui si è parlato diffusamente, soprattutto a Milano, cosa serve annunciare di costruirne chilometri se poi il risultato finale è creare piste pericolose per i cittadini? Che in pochi si sentiranno sicuri di muoversi in bicicletta o monopattino e continueranno ad usare l’automobile.

Ma ancora si dovrebbe puntare fortemente su incentivi per chi usa mezzi di trasporto alternativi all’automobile, che in Italia sono insufficiente quando non del tutto assenti; Servono interventi strutturali radicali, seguendo l’esempio di alcuni Paesi particolarmente attenti al verde pubblico ed all’ambiente.

Invieremo al Ministero dell’Ambiente una diffida particolareggiata; o interverremo ora o sarà purtroppo per tutti noi troppo tardi.”

Ufficio Stampa: 393/9803854

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