A Mondragone un uomo ha aggredito la moglie in strada davanti alle due figlie minori, colpendola con pugni e spintoni. Un passante ha chiamato i Carabinieri, che sono intervenuti tempestivamente, fermando l’aggressore e soccorrendo la vittima. La donna, per sfuggire alla furia del marito scatenata da futili motivi, si era rifugiata presso dei vicini. Prima di allontanarsi, l’uomo le aveva sottratto con violenza il telefono. I carabinieri, intervenuti, hanno tranquillizzato la donna e richiesto l’assistenza sanitaria del 118. L’aggressore, un 40enne già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato.
Il Presidente dell’Associazione Codacons, Avv. Marco Maria Donzelli, commenta: “Questo è l’ennesimo caso di cronaca di violenza in famiglia. Purtroppo la quasi totalità delle vittime non sporge denuncia, passo considerato controproducente e pericoloso per l’incolumità personale. La maggior parte delle vittime tende a sottovalutare il pericolo di aggressioni verbali o fisiche dal proprio partner.”
Il Codacons ricorda che la violenza di genere si combatte non solo con le leggi e le campagne di sensibilizzazione, ma anche garantendo risposte concrete alle donne che denunciano la violenza e offrendo opportunità di riscatto economico e sociale. In particolare, è necessario cambiare i comportamenti delle persone e aiutare le donne ad abbattere le barriere socioculturali che sono all’origine della violenza, identificando i cambiamenti che vorrebbero vedere nelle loro case, scuole e comunità. E’ indispensabile educare al rispetto della persona e dei diritti delle donne e contrastare gli stereotipi di genere che sono alla base di una visione errata del ruolo di donne e uomini.
Per la Corte di Cassazione (Cass. Civ. Sez. I, Ord., 18 dicembre 2023, n. 35249) le violenze in famiglia sono “violazioni talmente gravi ed inaccettabili dei doveri nascenti dal matrimonio da fondare, di per sé sole non solo la pronuncia di separazione personale ma anche la dichiarazione della sua addebitabilità all’autore, e da esonerare il giudice del merito dal dovere di comparare con esse, ai fini dell’adozione delle relative pronunce, il comportamento del coniuge che sia vittima delle violenze, trattandosi di atti che, in ragione della loro gravità, sono comparabili solo con comportamenti omogenei”
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