COMUNICATO STAMPA
Cronaca Milano
Venerdì 24 Giugno 2022
MILANO ED IL DIFFICILE ESERCIZIO DEL DIRITTO ALL’ABORTO
IN LOMBARDIA 6 GINECOLOGI SU 10 SONO OBIETTORI, IN 10 STRUTTURE SU 62 NON VENGONO EFFETTUATE INTERRUZIONI VOLONTARIE DI GRAVIDANZA
CODACONS: IL RISCHIO E’ CHE INTERE REGIONI RIMANGONO NELL’IMPOSSIBILITA’ DI GARANTIRE UN DIRITTO RICONOSCIUTO DALLA LEGGE ALLA DONNA – SERVONO IMMEDIATE CONTROMISURE SCRIVEREMO AL MINISTERO DELLA SALUTE
Cronaca Lombardia: in Italia ed il Lombardia crescono i problemi affinché venga garantito il diritto ad abortire, previsto da una Legge del 1978, e confermato dal referendum del 1981, che permette la possibilità di interrompere volontariamente e legalmente una gravidanza entro 90 giorni dall’inizio della stessa.
Come noto l’art. 9 della stessa Legge, dice anche che: “il personale sanitario non è tenuto a prendere parte agli interventi per l’interruzione della gravidanza quando sollevi obiezione di coscienza, con preventiva dichiarazione”. L’obiezione di coscienza, si legge ancora nella legge, “esonera il personale dal compimento delle procedure e delle attività specificamente e necessariamente dirette a determinare l’interruzione della gravidanza, e non dall’assistenza antecedente e conseguente all’intervento”.
Ora però, in alcune zone ed in alcune Regioni italiane il problema del numero dei ginecologi obiettori di coscienza sta creando dei concreti problemi nell’esercizio di quello che è un diritto riconosciuto dalla Legge.
“
In alcune Regioni, come il Molise o la Sicilia la situazione è critica perché i medici non obiettori si contano sulle dita di una mano, ma anche in Lombardia si sta raggiungendo una soglia critica – afferma il Presidente Nazionale del
Codacons, Marco Donzelli –
ma i rischi di rendere gravemente difficoltoso l’esercizio di questo diritto sono enormi. Pensiamo per esempio agli aborti clandestini. Così la situazione non può continuare, per questo scriveremo al Ministero della Salute chiedendo sia garantita per Legge la possibilità concreta in ogni Regione italiana di esercitare il diritto all’aborto legale come previsto dalle leggi dello Stato.”
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