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Finito uno sciopero, si volta pagina e si pensa a quello successivo. Sono diverse le ragioni di questa situazione; prima fra tutte, il mancato rinnovo del contratto nazionale e, come normale conseguenza, la persistenza di stipendi bassi per l’intera categoria. Alla contingenza contrattuale va poi aggiunta la visione politica dei sindacati, che fa si che ciascuna sigla organizzi le proprie proteste in autonomia: situazione che moltiplica le giornate di sciopero.
La situazione si ripete anche questa volta.
Superata la protesta di venerdì 18 ottobre, è ora di prepararsi per il prossimo sciopero, in programma per venerdì 8 novembre.
A proclamarlo, stavolta sono tutte le principali sigle: Cub Trasporti, Sgb, Cobas Lavoro Privato, Adl Cobas, alle quali si sono aggiunte Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Faisa-Cisal, Ugl-Fna. Si manifesta per il rinnovo del contratto nazionale Autoferrotranvieri internavigatori (Mobilità Tpl) scaduto il 31 dicembre 2023.
Lo sciopero del trasporto pubblico locale avrà una durata di 24 ore, sarà nazionale e, in più, potrebbe non avere fasce orarie di garanzia usuali: a Milano, i lavoratori Atm solitamente garantiscono il servizio dall’inizio del servizio fino alle 8.45; poi, dalle 15 alle 18. Tutti i sindacati, con conferma anche da parte del ministero, hanno già annunciato che l’agitazione sarà “senza il rispetto delle fasce di garanzia e con manifestazione nazionale”.
Codacons segnala ad ART la violazione dei diritti dei cittadini, e chiede che si intervenga per evitare il ripresentarsi di situazioni analoghe in futuro.
‘Realizzato nell’ambito del Programma generale di intervento della Regione Lombardia con l’utilizzo dei fondi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy ai sensi del D.M. 6 maggio 2022’