Continua inesorabile il calo dei consumi, a dirlo stavolta non è il Codacons ma la Confcommercio che ha reso noto l’ICC del mese di settembre. Secondo questo indicatore si registra un calo dei consumi dello 0,4% su base annua, ma i prezzi aumentano del 2,6%.
A dimostrare la recessione in atto, però, non è il dato complessivo o il calo nei servizi ricreativi (-4,6%), quanto il calo nel settore alimentare (-2,5%).
Per il Codacons i commercianti ora non hanno più scuse e devono abbassare i prezzi del 20%. E’, infatti, la Confcommercio stessa ad ammettere che nonostante le quantità vendute nel settore alimentare siano calate del 2,5% i prezzi, invece di scendere come vogliono le leggi di mercato, sono aumentati del 6% in un anno.
La Confcommercio, se vuole essere coerente con i suoi stessi dati e vuol fare il bene dei suoi associati, deve proporre loro una riduzione generalizzata dei prezzi, unico modo per rilanciare i consumi ed evitare la stagflazione in atto.