È cambiato il nostro stile di vita. Lo rileva la Confcommercio, lanciando l’allarme di un calo progressivo dei consumi per i prossimi tre anni. Si comprano e si compreranno meno scarpe: -0,5 per cento quest’anno, -0,6 per cento l’anno prossimo e -0,8 nel 2010. E il Codacons chiede un riduzione dei prezzi al consumo del 20%. Per i divertimenti sarà ancora peggio, perchè i nostri concittadini andranno sempre meno al ristorante, a fare viaggi, al bar, al cinema: -0,5 per cento quest’anno, -1,4 per cento l’anno prossimo e -2 per cento nel 2010. Complessivamente, se si guarda a quanto si consuma sul territorio, a quanto spendiamo e a quanto spendono i turisti stranieri, si constata una flessione dello 0,7 per cento per il 2008, un’ulteriore flessione dello 0,5 per cento nel 2009 e ancora un calo dello 0,6 per cento nel 2010. La crisi italiana è precedente alla congiuntura internazionale, dice l’associazione, e «quando gli altri ricominceranno a crescere, noi continueremo a barcamenarci con le variazioni decimali del Pil e consumi, come accade da 20 anni a questa parte e in particolare dagli anni 2000». Non sarà la stessa cosa per Francia e Germania. La prima, sempre secondo lo studio, farà segnare quest’anno un aumento dei consumi dello 0,9 per cento, l’anno prossimo dello 0,5 per cento e nel 2010 ancora dello 0,9 per cento. In Germania dopo un calo dello 0,5 previsto per il 2008, dovrebbero susseguirsi un aumento dello 0,2 per cento nel 2009 e un +0,7 per cento nel 2010. Questa situazione farà fallire molte piccole aziende. Nel periodo ’99-2007 il saldo è stato negativo per 38.000 imprese. Nei soli primi nove mesi del 2008, il saldo è stato di -17.714 imprese. Due iniziative, chiede la confederazione dei commercianti: detassare le tredicesime e rivedere i parametri degli studi di settore che sono stati elaborati in periodo di normalità e non in un periodo di crisi conclamata e internazionale. Tutte le associazioni delle piccole imprese chiedono di rivedere i parametri degli studi di settore. Anche se per Sergio Silvestrini, segretario generale della Cna (artigiani), la revisione degli studi di settore è solo una delle iniziative che il governo deve prendere. «La priorità» ha detto «è quella di restituire liquidità alle imprese. Il governo deve decidere la costituzione di un Fondo Nazionale di Garanzia che, assieme alla Confidi che già fornisce garanzie per il 50 cento del valore di un’eventuale credito bancario, semplifichi l’iter dei prestiti». In secondo luogo, bisogna evitare che le piccole imprese, suggerisce Silvestrini, paghino l’Iva al momento del contratto e invece la possano pagare al momento del saldo delle competenze. Inoltre il governo, come ha già chiesto la Confindustria, deve assumere l’onere del pagamento dei debiti contratti dalla pubblica amministrazione, ora saldati a 12 mesi o addirittura a 24 mesi. Quanto a detassare le tredicesime, proposta anche sostenuta e rilanciata dalla Cgil, secondo gli artigiani bisognerebbe spingere per una diminuzione delle aliquote che sia strutturale. La riduzione dei consumi alimentari incide soprattutto sugli anziani e sulle famiglie numerose, che destinano porzioni più elevate del reddito alla spesa alimentare, con una percentuale del 21% su quella complessiva. È questo l’allarme lanciato, sulla base dei dati Istat, nel corso dell’assemblea di Federpensionati Coldiretti. Con i limiti alla spesa è a rischio – sottolinea la Coldiretti – la dieta mediterranea che ha consentito fino ad ora agli anziani italiani di conquistare il record della longevità.