Nell’ambiente consumeristico ha destato non poco scalpore la pubblicità apparsa a pag. 21 del Corriere della Sera di sabato 17 novembre 2001.
Tale pubblicità riguarda la campagna sui farmaci generici affidata dall’ex Ministro della sanità Veronesi ad Altroconsumo, nota associazione di tutela dei consumatori.
Campagna giusta, studiata e voluta con tenacia, ma che rischia di passare in secondo piano. Le associazioni di consumatori, infatti, ed in particolare il CODACONS, hanno fatto un balzo dalla sedia quando, giunti al punto 3 della pubblicità, hanno letto:?…siamo l`associazione italiana per la difesa dei diritti e degli interessi dei consumatori, libera, autonoma, indipendente?.
Lasciando intendere che le altre associazioni non sono libere, autonome, indipendenti. Ma la cosa che davvero desta scalpore, (e stavolta non riguarda solo le associazioni di consumatori), è il fatto che il denaro pubblico (in questo caso quello stanziato dal Ministero della Salute), possa essere usato per pubblicizzarsi ed autoesaltarsi, così come pare aver fatto Altroconsumo.
Nell’attesa di chiarimenti, (questa volta quanto mai necessari), il CODACONS interviene presentando un esposto all’Antitrust e alla Corte dei Conti, affinché accertino il corretto uso del danaro pubblico da parte di Altroconsumo, danaro che in questo caso doveva essere usato esclusivamente per sensibilizzare i consumatori sui farmaci benefici e sul loro minor costo. Il CODACONS inoltre ha deciso di ricorrere al TAR contro l’appalto concesso da Veronesi ad Altroconsumo, proprio per l’errato uso di risorse pubbliche che pare essere stato fatto.