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“Consumi a picco, ma pasta piu’ cara”

« L a rapida discesa dell’inflazione a novembre e il «robusto pacchetto anticrisi del Governo, che mobiliterà risorse per 80 miliardi, sono un segnale forte contro la recessione e danno sollievo alle famiglie e alle imprese ». Commenta così i dati dell’Istat il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, aggiungendo la stima che il contenimento del carovita comporterà nel 2009 in Italia «un risparmio in media a famiglia, rispetto ai picchi dell’estate, valutabile attorno ai 2.800-3.000 euro». Di tutt’altra opinione sindacati e consumatori. «È un risultato a doppio taglio», per il leader della Cisl, Raffaele Bonanni: c’è il calo dell’inflazione che «per il nostro Paese va bene», ma nasconde una «depressione dei consumi». Visione double face, anche per la Confesercenti che chiede subito una forte iniezione di fiducia. Sul crollo dei consumi si soffermano invece tutte le principali organizzazioni di difesa dei consumatori. Federconsumatori e Adusbef sono netti: «È un dato estremamente preoccupante, dal momento che a determinarlo è il crollo dei consumi e del potere d’acquisto delle famiglie nel nostro Paese». Sotto accusa finiscono in particolare i prezzi degli alimentari, ancora in aumento nonostante il calo dell’inflazione. «Sono troppo cari (più 4,7 per cento a novembre) e certe impennate come quella registrata dalla pasta (più 30%) non si giustificano, visto che i listini all’origine dei cereali da mesi segnano consistenti flessioni »: è quanto evidenzia la Cia, Confederazione italiana agricoltori. Dura anche la posizione della Coldiretti che chiede l’intervento dell’Antitrust sul prezzo della pasta: «Nel momento in cui vengono varate dal Consiglio dei Ministri misure di intervento a sostegno dei consumi, è bene che l’Antitrust intervenga sullo scandaloso e ingiustificato aumento record del prezzo della pasta mentre il prezzo del grano si è dimezzato su valori inferiori a quelli di venti anni fa, insostenibili per gli agricoltori italiani».  Proprio per gli aumenti alimentari, il Codacons denuncia: «A fine anno ogni famiglia si ritroverà in bilancio una stangata di almeno 1.700 euro, nonostante il calo dell’inflazione a novembre e la riduzione degli acquisti». Alle accuse risponde l’ufficio studi di Confcommercio: «Nei prossimi mesi si prevede un ridimensionamento molto consistente» dei prezzi della pasta. E parla di un dato «in linea col resto dell’Europa ». A frenare sugli «allarmismi» è il Cerm. «Non siamo di fronte all’avvio di una spirale di deflazione». In un Paese in cui, di fronte ai tentativi di apertura a concorrenza dei mercati in funzione anticrisi, «immediata è stata la levata di scudi dei commercianti, contro la liberalizzazione degli sconti di stagione, e dei farmacisti contro la modifica dei loro margini di ricavo dei farmaci di fascia A, si deve caso mai temere l’opposto: che i prezzi non si riducano a sufficienza e non si riducano stabilmente ». Giuseppe Matarazzo La preoccupazione di sindacati e associazioni dei consumatori Il ministro Scajola stima invece per il 2009 risparmi di 3000 euro a famiglia
 

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