Continua inesorabile il calo dei consumi, il decimo dato negativo negli ultimi 12 mesi. A dimostrare la recessione in atto, secondo il Codacons, non e’ tanto il calo nei servizi ricreativi (-4,4%) o nel settore abbigliamento e calzature (-3,4%), quanto il calo nel settore alimentare (-2,5%). Per il Codacons, pero’, la Confcommercio dovrebbe anche trarre delle conclusioni dalla lettura dei propri dati. Visto che le quantita’ vendute calano dell’1,5%, come spiegano che i prezzi sono aumentati del 3,3% ? Nel settore alimentare, addirittura, i consumi calano del 2,5% ma i prezzi, stando sempre all’Icc, sono aumentati del 5,9%? Quando la domanda cala le leggi di mercato non dicono che i prezzi dovrebbero calare? Se, a fronte di un calo delle vendite, i commercianti si illudono di poter mantenere i profitti di prima alzando i prezzi, la crisi diventera’ sempre piu’ acuta. Per questo il Codacons invita la Confcommercio a proporre ai propri associati una riduzione dei prezzi del 20%, unico modo per rilanciare i consumi ed evitare una stagflazione.