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Consumi, ormai è crisi strutturale

Si rafforza la previsione di una crescita prossima allo zero Sesto segno meno consecutivo negli ultimi sette mesi per i consumi. L`Italia, quindi, sembra aver imboccato una “crisi strutturale e profonda“ e non legata a fenomeni stagionali. A fotografare un paese che tira sempre più la cinghia è stata la Confcommercio, secondo cui, a maggio, è stato registrato un calo del 2,7% rispetto allo stesso mese del 2007, che ha accentuato “ulteriormente la tendenza al ridimensionamento dei consumi da parte delle famiglie, emersa in questa prima parte del 2008“. Infatti, nei primi cinque mesi dell`anno, la flessione è stata dell`1,8% contro il +1,1% dello stesso periodo del 2007. Questo dato, hanno spiegato dalla confederazione guidata da Carlo Sangalli, “fa sfumare definitivamente l`ipotesi di uscire entro breve dalla crisi“ “rafforzando la previsione di una crescita dell`economia italiana, nel 2008, prossima allo zero“. A conferma di ciò, la dinamica della produzione che, a seguito delle difficoltà registrate sul versante della domanda interna appare “molto contenuta“. Stando agli ultimi dati di Confindustria, “la produzione industriale si è ridotta, in termini congiunturali, dello 0,4% a maggio“. Tornando all`indicatore dei consumi Confcommercio (Icc), il dato di maggio è frutto di “un`evoluzione negativa della domanda di beni (-3,8% in quantità rispetto all`analogo mese del 2007) a cui si è associata una stabilità per quella relativa ai servizi“. In caduta libera, infatti, le vendite di “beni e servizi ricreativi“, ossia cinema, sport, teatro ma anche cartoleria, libri e riviste o giochi, cd, dvd e articoli per il campeggio: nel dettaglio, Confcommercio ha rivelato che all`interno della componente generale dei consumi, questa voce ha fatto registrare il -4,9%, in ripresa rispetto ad aprile (-6%), ma comunque in negativo rispetto ad altri capitoli di spesa. Altre voci in picchiata, beni e servizi per la mobilità (-13,5%), e alimentari, bevande e tabacchi (-3,3%, ma in misura molto più contenuta rispetto ad aprile quando il calo fu del -4,4%). Segno meno anche per abbigliamento e calzature (-2,3%), ma in leggero recupero rispetto ad aprile (-6,8%). Uniche eccezioni continuano a essere beni e servizi per le comunicazioni (+6,9%) e, in misura più contenuta, beni e servizi per la cura della persona (2,8% in quantità). Commentando i dati di Confcommercio, preoccupazione è stata espressa dal presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che ha però auspicato che il calo dei consumi non sia strutturale: “è evidente che siamo di fronte a un calo continuato, sono convinta però che se si torna a crescere ci sarà anche una ripresa dei consumi“. Più dura la reazione di Adusbef e Federconsumatori: “Di fronte a una situazione così preoccupante, invitiamo il governo a preoccuparsi, più che delle intercettazioni e dei grembiuli, della condizione in cui versano le famiglie italiane“. Questa, infine, la ricetta del Codacons contro il crollo dei consumi: liberalizzazione totale dei saldi.

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