Dall`indagine congiunturale di Unioncamere sul secondo trimestre. A pagare di più è il Sud Consumi, si conferma la débcle Male per dettaglianti (-2,8%), ristoranti e alberghi (-5,1%) è arrivata ieri l`ennesima conferma che i consumi delle famiglie italiane sono in pessime condizioni di salute. Stando, infatti, all`indagine congiunturale effettuata dal centro studi Unioncamere sulle piccole e medie imprese della distribuzione e dei servizi, e relativa al periodo aprile-giugno 2008, il commercio e il turismo sono decisamente in affanno. Tanto che, nel II trimestre dell`anno, è stato registrato un calo del 2,8% delle vendite al dettaglio e del 5,1% per alberghi e ristoranti. Per il settore alimentare, il calo delle vendite è stato ancora più evidente, toccando il -4,1%. A pagare il conto più salato di questo periodo di crisi dei consumi sono stati il Mezzogiorno, dove le aziende commerciali hanno dichiarato perdite del 5,5% nel II trimestre rispetto allo scorso anno, e le imprese di piccola dimensione, che hanno chiuso i mesi da aprile a giugno con un decremento del 4,9%. In particolare, per il commercio, il calo ha interessato soprattutto le aziende con 1-9 dipendenti (-4,9%), mentre quelle con 20 dipendenti e oltre hanno fatto segnare un contenuto aumento del valore delle vendite (+0,6%). è stato il commercio alimentare a mettere a segno il bilancio più negativo: -4,1%, sebbene anche le vendite di prodotti non alimentari abbiano subìto una forte contrazione (-3,7%). Solo iper e supermercati e grandi magazzini hanno visto incrementare i fatturati dell`1,1% (ma non le quantità vendute). Come anticipato, la flessione è stata più marcata al Meridione (-5,5%), dove le vendite dei piccoli commercianti sono arrivate a segnare una riduzione del 7,1% rispetto allo scorso anno. Nel Nordovest e Centro la diminuzione si è aggirata, invece, intorno al 2%, mentre più contenuta è apparsa nel Nordest (-1,2%). In prospettiva, per la maggioranza degli operatori del settore, l`andamento delle vendite nel prossimo trimestre non migliorerà . Viene prevista, infatti, una fase di stabilità dal 45% delle imprese, di diminuzione dal 23% delle imprese, mentre solo il 32% di esse prevede aumenti dei fatturati. Bilancio negativo, ma in misura più contenuta, anche per le imprese degli altri comparti dei servizi nel II trimestre 2008: -1% l`andamento del giro d`affari nel periodo considerato rispetto allo stesso trimestre del 2007. La flessione è risultata decisamente più marcata al Centro (-3,2%), mentre nelle ripartizioni del Nord la riduzione del fatturato è stata pari a -0,5% per il Nordovest e a -1% per il Nordest. Lieve incremento invece nel Mezzogiorno (+0,5%). Decisamente un trimestre difficile anche quello registrato dalle imprese della filiera turistica e dell`ospitalità : rispetto allo stesso periodo dello scorso anno la flessione del giro d`affari è stata pari al -5,1% per alberghi e ristoranti (con un calo anche più consistente per le piccole dimensioni d`impresa, che hanno chiuso il periodo con una flessione del 5,7%), mentre per bar e ristorazione collettiva la diminuzione si è attestata sul 4,2%. Riduzioni più contenute hanno riguardato il settore del trasporto movimentazione merci logistica e servizi connessi (-1%) e i servizi alle persone (-0,8%). Stazionari o lievi aumenti hanno interessato gli altri settori dei servizi. Anche le imprese dei servizi non hanno visto sostanziali miglioramenti per i prossimi mesi: il 64% ritiene infatti che il III trimestre sarà all`insegna di una sostanziale stabilità del volume d`affari, mentre il 14% si attende una riduzione. Per il 22% invece sembra prossima una fase di miglioramento. Dura la reazione dei consumatori: la riduzione dei consumi è così grave in ogni settore che “l`unica possibilità di salvezza per imprese ed esercenti risiede in un taglio generalizzato dei listini che, visto lo stato attuale dell`economia italiana, non è più procrastinabile“, ha commentato il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, non esitando a definire “lacrime di coccodrillo quelle di commercianti, imprese, esercenti e operatori turistici che oggi piangono una forte riduzione delle vendite e un calo evidente del proprio giro d`affari. Costoro“, ha spiegato infatti, “hanno prima aumentato selvaggiamente i prezzi e le tariffe nel corso degli anni, per poi accorgersi che i consumatori, il cui potere d`acquisto è drasticamente calato, non comprano più, e ora piangono gli effetti di questa scriteriata politica dei prezzi“.