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Conti dormienti, c`è tempo fino al 16 agosto

Il countdown è partito. Se non metterete la sveglia in tempo, dovrete dire addio al vostro conto o libretto postale caduto in letargo. Stiamo parlando della fase di risveglio dei “dormienti“, quell`universo composto non solo dai conti correnti su cui sono depositate somme di valori pari ad almeno cento euro. Conti, ma anche titoli obbligazionari o di Stato, per i quali il titolare non ha effettuato alcun tipo di operazione o movimentazione negli ultimi 10 anni. Se non si vuole perdere il proprio denaro – allerta il Codacons friulano – è necessario effettuare un`operazione entro il 16 agosto per i rapporti bancari ed entro il 26 agosto per i prodotti postali. Da un censimento effettuato attraverso le documentazione di Poste Italiane, risultano a Udine in sonno 5.776 libretti postali, a Pordenone 4.551, per un totale in Friuli Venezia Giulia pari a 14.085 libretti postali dimenticati. Una piccolissima percentuale in queste ultime settimane è stata tolta dal letargo, ma si parla di appena il 2-3 per cento in certi uffici postali. Il 90% dei libretti risultano nominativi, una piccolissima quota riguarda quelli al portatore; il 60 per cento mostra una media economica di circa 650 euro, mentre il 20% si posiziona sotto i 300 euro. Per sapere se si fa parte del popolo che ha perso per “strada“ il libretto di risparmio, basta connettersi al sito di Poste italiane e avere la pazienza di sfogliarsi oltre 3 mila 500 pagine in pdf. Analizzando il rapporto fra abitanti e numero di libretti-fantasma balza agli occhi che la percentuale più bassa spetta a Udine, città dove il rapporto fra numero di abitanti e numero di libretti in “orfanotrofio“ è il più contenuto della Regione: 0,7 per cento, mentre con l`1,2%, per quanto riguarda la provincia, il capoluogo friulano si piazza secondo dopo l`apripista Pordenone. Complessivamente a Udine il censimento segnala 5.776 libretti addormentati: 640 in città (di cui 216 al portatore, la restante parte tutta nominativa), 5.136 in provincia, di cui 240 al portatore. Il più elevato numero di libretti in città è detenuto dalle filiali “Centro“ e “Udine 5“ con 76 libretti ciascuna, mentre in provincia si segnala il numero contenuto di libretti nelle aree di montagna dove c`è un rapporto più diretto con il cliente. Si fanno notare Romans d`Isonzo con 2 libretti nominativi, Clauiano con 4, Tolmezzo con 8, Visco con 4, Chiopris con 2 e pure Savorgnano del Torre. A Cervignano l`indagine ne scopre 57, a Tarvisio 41, a Cividale 61, a Lignano Pineta 4. Si riscontrano dati di gran lunga inferiori se ci si sposta nel settore bancario dove si stima che possano esserci circa 5 mila conti in sonno, in tutta la Regione, e non più di mille in provincia di Udine. Le banche hanno già spedito, fra febbraio e marzo, le lettere con avviso di ricevimento per i rapporti nominativi (conti correnti, libretti di risparmio nominativi, depositi amministrativi), mentre per quanto riguarda i rapporti al portatore (certificati di deposito, libretti di risparmio al portatore) gli Istituti hanno predisposto, con aggiornamento mensile, un avviso con i dati dei depositi al portatore divenuti in sonno: la lista è pubblicata in tutte le filiali e nei siti internet. Pronti alla fase-risveglio? Non resta che “fare un versamento o un prelievo, oppure una richiesta di aggiornamento contabile o anche solo una dichiarazione da parte del titolare, ma anche di un suo delegato, con cui si rende nota l`intenzione di mantenere aperto il conto o il titolo“, spiega il Codacons attraverso il presidente regionale, avvocato Vitto Claut e il legale Nicola D`Andrea che puntualizza: “Ai titolari di più rapporti, come un conto corrente e un dossier titoli presso la stessa banca, basta movimentarne uno per svegliare anche gli altri“. L`associazione dei consumatori ha già ricevuto alcune richieste di chiarimenti da parte di persone che avevano scordato i soldi. Se le somme non verranno rivendicate, andranno a finire in un fondo del ministero dell`Economia e delle Finanze che li userà per risarcire le vittime dei crack finanziari (Parmalat, Cirio, bond argentini) e in parte per la stabilizzazione dei lavoratori precari.

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