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CONTINUA LA LENTA EROSIONE DEI REDDITI CON RINCARI DI SPESA NEL 2005 PARI A 1.176 EURO A FAMIGLIA.

Gli omessi controlli sui prezzi hanno determinato un trasferimento forzoso di 52 miliardi di euro,dalle tasche dei consumatori a quelle di coloro che determinano prezzi e tariffe, e tale continua erosione non sembra arrestarsi neppure nel 2005, quando ? secondo le stime di Intesaconsumatori – ci saranno rincari pari a 1.176 euro a famiglia con i consumi annui che passeranno da 27.139 euro del 2004 a 28.315 euro.


Questo graduale impoverimento dei redditi delle famiglie ribadite anche dai dati sulla crescita esponenziale del credito al consumo, confermano che ci troviamo di fronte alla più grave crisi economica del dopoguerra,come affermato anche dal presidente di Confindustria Montezemolo, nonostante i pronostici del ministro delle attività produttive Antonio Marzano, ?sull’imminenza della ripresa? che da oltre 3 anni continua a professare ottimismo pronosticando una ripresa dell’economia che non c’è.
Il 2005 sarà aggravato da politiche economiche, inserite in finanziaria, che accentuano le stangate su bolli (anche sui conti correnti bancari), concessioni, aumenti di tariffe autostradali e di bollette varie (telefoniche, del gas ed elettriche), di Ici.
Tarsu,Irpef ed Irap Regionali, bolli auto, per un controvalore di 10,2 miliardi di euro a fronte di promesse riduzioni fiscali, pari a 5,7 miliardi di euro, con un saldo negativo pari a 4,5 miliardi di euro, che da solo comporta un gravame insopportabile di 225 euro a famiglia.


Rincareranno i servizi bancari di 25 euro,i cui costi passeranno da 496 a 521 euro l’anno (più 5 per cento); di 15 euro la bolletta elettrica (più 4,8 per cento),passando da 306 a 321 euro l’anno; di 20 euro il gas (2,8 per cento),da 712 a 732 euro; di 76 euro le bevande e tabacchi (+10,3 per cento); di 67 euro ( +4,5 per cento) il tempo libero,passando a 1.539 euro da 1.472 euro; di 96 euro (+4,9 per cento) abbigliamento e calzature,la cui spesa passa da 1.958 a 2.054 euro l’anno.


Aumenta le spese per la sanità e salute del 4,8 per cento,con un aggravio di 67 euro; i costi dell’abitazione del 3,1 per cento,più 192 euro, passando da 6.156 euro a 6.348; i consumi alimentari del 3,9 per cento, con una maggiore spesa di 197 euro passando da 5.096 a 5293; gli alberghi,ristoranti e pubblici esercizi,del 5,7 per cento, più 83 euro, con costi che passano da 1.443 a 1.526 euro; la RC Auto del 5,2 per cento (più 40 euro),con costoi che arrivao a 815 euro; i trasporti del 3,9 per cento (più 161 euro), con costi che passano da 4.110 a 4271 euro.



Intesaconsumatori chiede al Governo politiche economiche di sostegno alle famiglie che si devono sempre più indebitare per sopravvivere; una vera lotta all’evasione ed elusione fiscale, che ha un fatturato di 200 miliardi di euro l’anno; l’abolizione dei condoni; l’eliminazione dei cartelli bancari ed assicurativi e dei monopoli petroliferi, elettrici e del gas; la promozione di ricerca, innovazione e modernizzazione del Paese; l’approvazione della legge sulla class action e della riforma del risparmio; l’abolizione dei privilegi alla Banca d’Italia ed alle oligarchie finanziarie con l’aumento dei poteri dell’Antitrust; la liberalizzazione delle professioni, essendo intollerabile che 4.000 notai si possano spartire,sulla pelle dei consumatori, almeno 1 un milione di compravendite immobiliari l’anno, per un controvalore di 2 miliardi di euro di soli proventi notarili e che debbano lucrare sui passaggi di proprietà delle auto e moto, che in Italia costano 350-400 euro contro i 40 euro della media europea; la modernizzazione delle filiere alimentari per tagliare la speculazione (non è possibile che un Kg. di uva da tavole,che costa alla produzione 60 centesimi di euro,venga pagata 20 centesimi per essere rivenduta a 2,30 euro); il rilancio dei consumi,motore primario dell’economia.



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